RUBRICA. EVASIONE CULTURALE A CHILOMETRO ZERO E AD EURO UNO – Viviamo nella storia, nell’arte e nella bellezza: tutto è a portata di mano. Bisogna soltanto riscoprirlo perché tutto è già intorno a noi e fruibile a costo pressoché zero; il costo di un caffè.
Tra il 1786 ed il 1788, lo scrittore e poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe ha fatto un lungo viaggio di piacere in Italia. Ha visitato i luoghi di maggiore interesse artistico e culturale. A quel tempo era di moda tra i nobili ed i possidenti di fare un giro in Italia (il cosiddetto Grand Tour) per approfondire i propri studi e colmare le proprie carenze circa la storia della civiltà latina. Al termine di questo viaggio, scriverà un volume intitolato “Viaggio in Italia” (Italienische Reise), nel quale raccoglierà tutte le sue impressioni circa la nostra Italia, non solo quelle concernenti le bellezze architettoniche e paesaggistiche, quanto anche le sue riflessioni in ordine alle credenze, agli usi, alle abitudini ed ai riti delle locali popolazioni. La lettura di quel libro ci consente di conoscere il nostro paese meglio di quanto abbiano fatto tanti studiosi italiani: chi viene da lontano, infatti, riesce a cogliere delle sfumature e degli aspetti che solitamente sfuggono agli osservatori stanziali. Fatta questa breve premessa circa la presenza di questo grande scrittore in Italia, ci soffermiamo su di un inconveniente che gli occorse transitando dalle nostre parti. Il 10 luglio del 1787 Goethe era in viaggio da Roma a Napoli. Transitò per Capua, perché la nostra città costituisce da sempre quasi un luogo di passaggio obbligato nei viaggi dal nord al sud Italia. Cosa avvenne durante quel viaggio in carrozza, mentre percorreva la rete stradale della nostra zona? Mi riporto a quanto scrisse l’autore: “Alle tre del pomeriggio riprendemmo il cammino; avevamo percorso tre miglia oltre Capua, e già da un’ora era scesa la notte, quando una ruota posteriore della carrozza si ruppe, e dovemmo fermarci varie ore per poterla sostituire. Fatta la riparazione e superate ancora alcune miglia, si spezzò l’asse; stavolta eravamo proprio furibondi”. Questo episodio non ha alcun nesso con la realtà attuale; l’ho citato ironicamente perché ha qualche relazione con gli inconvenienti con i quali gli automobilisti capuani si misurano ogni giorno quando percorrono le arterie cittadine e quelle dei paesi circostanti, anch’essi carenti nella manutenzione stradale. Nel 1787, le strade erano sterrate e, naturalmente, in stato peggiore di quelle attuali. La carrozza, appena citata, in poche miglia, incorse in due inconvenienti: prima si ruppe una ruota e poi addirittura un asse. Due gravi intoppi, avvenuti in un breve lasso di tempo e sulla medesima strada, ci inducono a pensare che quella strada (potrebbe essere la strada statale che oggi da Capua adduce ad Aversa e poi a Napoli, già percorsa in precedenza) era in pessime condizioni di manutenzione. Le note di doglianza degli automobilisti attuali inerenti la foratura o lo scoppio di uno pneumatici o il grave danneggiamento delle parti meccaniche di un veicolo non le dobbiamo catalogare sempre come pretesti per conseguire un indebito risarcimento, perché esse rappresentano spesso la cartina di tornasole della pessima condizione di molte strade. In data 27 novembre del decorso anno su questa testata on-line fu segnalato il degrado del fondo stradale del sottopasso ferroviario di Capua, della linea Roma/Napoli, via Cassino. Orbene, nonostante quella dettagliata annotazione e gli articoli di stampa di importanti quotidiani nazionali, quella situazione di pericolo permane tuttora, in quanto la presenza di una buca (sul lato dx della carreggiata in direzione del centro cittadino di Capua), di indefinibile conformazione e profondità, atteso il persistente ristagno di acqua che non la rende individuabile, costringe gli automobilisti a percorrere contromano, da alcuni mesi, quel tratto stradale (sottopasso), proprio nel punto in cui è assolutamente vietato fare tale manovra, con grave pregiudizio per la propria ed altrui incolumità. Se oggi, la famosa carrozza (del 1787) si fosse approssimata al nostro ormai notissimo sottopasso ferroviario, i cavalli si sarebbero sicuramente imbizzarriti e si sarebbero rifiutati di proseguire oltre. All’inizio di questo articolo si è fatto accenno ad un episodio stradale avvenuto alcuni secoli fa per stimolare, anche a mezzo dell’ironia, l’Ente proprietario della strada a volersi attivare al fine di rimuovere un inconveniente che è ben noto a tutti i concittadini del popoloso Rione Boscariello di Capua e a tutti i cittadini di Grazzanise e di Santa Maria la Fossa che per quel sottopasso sono costretti a transitare per raggiungere le altre cittadine della nostra provincia . Speriamo che qualcuno si faccia carico di recepire il grido di dolore dei tanti locali automobilisti che non sanno più a quale santo votarsi per vedere finalmente risolta la loro ormai consolidata criticità stradale, anche perché non segnalata adeguatamente; forse, sarebbe meglio dire, non segnalata affatto.