Il primo a invocare il motto “Save the bridge” è stato – e non potevamo avere dubbi – il Pd. Lo faranno in rapida successione anche gli altri partiti, le varie liste e raggruppamenti che van formandosi a destra e a manca. Ma la cronaca è cronaca ed è doveroso – se bisogna attribuire qualche merito – ricondurre i fatti nella loro giusta dimensione. Se qualcuno si è scomodato, tipo Gennaro Oliviero che per mestiere fa niente popò di meno che il Presidente del Consiglio Regionale non è di certo per invocazione mistica del democratico partito, che invero al governo cittadino è già da ben due amministrazioni, tra l’altro entrambe decadute. Volendo onorare i fatti, quelli di cronaca per intenderci, qualcuno avrebbe dovuto dire che a metà gennaio un gruppo di cittadini (Renato Gagliardi, Mimmo Ragozzino, Antonio De Cecio, Franco Fierro, Tullio del Pozzo e Giuseppe Rendina), costituendo un comitato, hanno iniziato a rompere le scatole minacciando proteste e invocando l’intervento dei politici in Parlamento ed in regione. Il Pd, e fa pure bene, si sta pavoneggiano della conoscenza dell’Oliviero, ma in realtà andava pure detto che, spronato dall’incalzare del comitato “Ponte Nuovo”, anche il consigliere Gianpiero Zinzi della Lega ha proposto un’interrogazione in consiglio comunale. E quindi mi preme dire e soprattutto sperare che, in questa fase, si faccia meno propaganda e più fatti, proprio come quei cittadini che – in un giorno di inverno – hanno iniziato a rompere le scatole. Un po’ quello che avrebbero dovuto fare tutti i nostri cari sindaci, consiglieri ed assessori che dal lontano 2009 si sono succeduti fino ad oggi, lasciandoci un sputo di ponte abbandonato all’incuria del tempo e alla burocrazia.