Rubrica. EVASIONE CULTURALE A CHILOMETRO ZERO E AD EURO UNO – Viviamo nella storia, nell’arte e nella bellezza: tutto è a portata di mano. Bisogna soltanto riscoprirlo perché tutto è già intorno a noi e fruibile a costo pressoché zero; il costo di un caffè.
Percorriamo continuamente la strada statale Appia, lamentandoci spesso delle innumerevoli buche sussistenti nel tratto da Capua a Santa Maria C.V. Nonostante gli interventi finalizzati a tappare le buche più profonde, subito dopo un piovasco, se ne aprono altre. E’ un continuo rincorrersi a ripianare gli avvallamenti della strada dissestata. Il punto più ammalorato è quello all’altezza della ex caserma Andolfato di Santa Maria C.V., contigua col carcere militare, ove da qualche mese sono in corso dei lavori stradali. La circolazione, pertanto, si svolge su di una limitata parte della carreggiata, con la conseguenza di sottoporre a forte stress il manto stradale. Da qualche decina di giorni i conducenti che impegnano quel tratto stradale, con somma meraviglia, hanno cominciato a notare delle buche più profonde del solito, nelle quali fanno bella mostra dei sanpietrini, facenti evidentemente parte del vecchio manto stradale, prima che venisse ricoperto dal bitume. Se ne intravedono in ben 5 punti: quei sanpietrini fanno venire alla mente un più glorioso passato, in cui si prestava maggiore attenzione alla costruzione delle strade ed alla loro manutenzione. Ricordo bene, da almeno mezzo secolo, l’arteria stradale che si snoda tra Capua e Santa Maria C.V. e gli imponenti platani che, un tempo, si stagliavano ambo i lati della carreggiata. L’ho sempre vista ricoperta dal moderno asfalto. I sanpietrini retrodatano, probabilmente, alla prima metà del decorso secolo. Nei decenni passati l’Ente proprietario della strada assicurava particolare cura all’arteria in questione, attraverso il periodico rifacimento della pavimentazione stradale e la sistemazione della segnaletica. Da alcuni anni, invece, evidentemente per mancanza di fondi, si provvede soltanto a ripianare le buche più profonde. L’affioramento, a quasi dieci centimetri di profondità, di vistosi sanpietrini, tuttora ben sistemati e compatti, ci rammenta che alla via Appia, nei tratti più significativi, quale è quello tra Capua e S. Maria C.V., veniva accordato, in passato, l’onore di un pregevole rivestimento: quei blocchetti di pietra, infatti, sono stati utilizzati soprattutto per l’approntamento del lastricato stradale del centro storico di Roma, la nostra città eterna, e della stessa piazza San Pietro. Una volta tanto le buche stradali hanno svolto una funzione sociale, quella cioè di ricordarci che non sempre le nostre strade sono state così degradate.