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CAPUA. RITORSIONI O BRAVATE? COSA C’È DIETRO GLI INCENDI AI DANNI DELLE NAVETTE PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA?

L’incendio che, ieri sera, ha interessato l’area che immeritatamente viene definita “isola ecologica” della città di Capua, con la sua inadeguatezza ed inidoneita’ rispetto all’originario scopo per il quale è stata realizzata, impone qualche riflessione su una strana serie di coincidenze che non dovrebbero essere trascurate. La gestione della raccolta differenziata – in base a quanto ci è stato riferito da una fonte – è affidata, da alcuni mesi, alla società Ecology di Imperia, in subentro alla Falzarano, aggiudicataria dell’appalto che interessa anche i Comuni di Grazzanise e Santa Maria La Fossa dove, proprio un mese fa, e precisamente lo scorso 14 luglio, in circostanze analoghe presero fuoco altre sei navette. Una coincidenza? Di certo, aleggia una misteriosa puzza di dolosa deriva criminale dietro i due casi incendiari. Sarebbe troppo semplice attribuirne una paternità vandalica. Più difficile e complicato sarebbe invece imputarne una matrice ritorsiva. Tra l’altro, più difficile da dimostrare. Fatto sta che negli anni, ogni qualvolta c’è stato qualcuno che ha alzato la testa, ci sono sempre stati fumo a fiamme a fare da deterrente ad eventi azioni di denuncia e segnalazione. Ci troviamo al cospetto di una siffatta ipotesi? Siamo di fronte a qualcosa di più grande rispetto a quello che traspare? In poco più di un mese, sono – d’altronde – due i cantieri ecologici ad essere stati coinvolti in altrettanti misteriosi incendi. Entrambi sotto gestione della stessa società. Vorremmo un po’ capire come è possibile che mezzi al servizio dell’ecologia urbana possano essere così facilmente preda di azioni di ignoti balordi. Sempre ammesso che trattasi di criminali e non di qualche insospettabile. Ma il caso capuano alimenta più di una perplessità. Sarebbe il caso che si approfondisse, così come sarebbe davvero opportuno che si adegui lo spiazzale dell'”isola che non c’è” alle esigenze degli operatori e della comunità. Sarebbe il caso di installare qualche telecamera. Non guasterebbe. A tutela della piattaforma ecologica e della stessa strada in cui è collocata, a pochi metri dalla antica chiesa di San Lazzaro.

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