Tutto bello, tutto suggestivo. Il picchetto dell’Esercito, la corona d’alloro deposta dai soldati vicino al monumento dei Caduti, gli interventi davvero interessanti del sindaco della città Adolfo Villani e del comandante della Divisione “Acqui” Francesco Bruno, al vertice della caserma “Salomone”. Il quattro novembre ricorda l’armistizio di villa Giusti, nel 1918, ma anche la tumulazione del “Milite Ignoto” nel sacello dell’Altare della Patria di Roma (1921) per la qual ragione è poi divenuta data da ricordare per la doverosa e sentita commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Oggi è festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. E l’Italia – proprio in questa giornata – è stata chiamata, in ogni dove, ad onorare i soldati che, con l’estremo sacrificio della vita, hanno combattuto per la difesa della Patria. Nel proprio Paese, come altrove.
La suggestiva cerimonia, preceduta da una breve parata che da Piazza dei Giudici si è snodata fino al monumento dei caduti, ha visto la partecipazione – oltre che di alcune rappresentanze delle forze armate e dell’ordine – anche delle associazioni combattentistiche e d’Arma. Pochi, invece, i cittadini che hanno assistito alla commemorazione, perlopiù passanti che si sono avvicinati incuriositi dalle divise e dai labari presenti. Assenti inspiegabilmente le scolaresche dei vari istituti del territorio, che – nell’occasione – ben avrebbero potuto comprendere il senso di quei valori di “Unita’”, pace e rispetto, che dovrebbero ispirare la convivenza civile tra i popoli. La memoria, del resto, è anche partecipazione. Ma di studenti, bandierine sventolanti e cappellini tricolore non se ne sono visti, a dispetto delle solite divise che – almeno loro – sono sempre presenti.