Nella mattinata di oggi 12 novembre, presso la Sala Federiciana del Museo Campano di Capua ha avuto luogo l’inaugurazione di una singolare mostra espositiva, denominata “Museo del danno”. Un’iniziativa davvero interessante, perché ad essere esibiti non sono stati reperti e quadri, ma rifiuti spiaggiati e raccolti lungo la battigia della cittadina di Castel Volturno (CE). Un segnale di speranza contro il degrado. Come già ricordato nell’articolo del decorso giorno 5, “Domizia”, associazione nata con lo scopo di tutelare e valorizzare il ricco patrimonio naturalistico della costa a nord di Napoli, con il patrocinio dell’Ente Riserve, della Provincia di Caserta e dei comuni di Giugliano, Mondragone, Capua e Castel Volturno, insieme a SIB (Sindacato italiano balneari), Confcommercio, e con la Fondazione Mario Diana, ha presentato il progetto “Museo del Danno – l’Antropocene – persi e ritrovati in spiaggia”. L’esposizione, che perdurerà fino al 27 novembre, è curata da Vincenzo Ammaliato, giornalista del quotidiano “Il Mattino”, mentre l’aspetto scientifico è stato affidato a Sergio Bravi. Il video progetto “A mare, spiaggiati sul litorale domitio” è, invece, curato da Giovanni Izzo. Di particolare interesse si sono evidenziate le opere scultoree di Raffaele D’Agostino.
Vincenzo Ammaliato ha spiegato il senso della mostra, argomentando che i rifiuti raccolti dai volontari ed esposti sono pressoché esclusivamente in plastica ed appartengono al nostro mondo quotidiano da decine di anni, anche se molti di essi accompagnano la nostra esistenza soltanto per qualche un giorno, trattandosi spesso di oggetti monouso, oppure solo per un breve periodo della nostra vita, come le bottiglie, i giocattoli, i flaconi di farmaci, le siringhe, gli accendini, i tappi di bottiglie, gli spazzolini, gli astucci di dentifricio, i rasoi usa e getta e tanti altri strumenti o contenitori di impiego quotidiano. Sono stati rinvenuti pure set di valigie e finanche delle dentiere. Tutti quegli oggetti, che siano stati nostri compagni di viaggio solo per qualche attimo, per un giorno soltanto o al massimo per qualche mese, restano poi a galleggiare nei fiumi ed infine nel mare per lungo tempo fino a quando non restano spiaggiati lungo le coste della nostra penisola: qualcosa di simile non avviene solo in Italia ma in tutto il mondo, destinato a rimanere offeso e violato dall’incuria umana. Le foto a corredo di questo articolo spiegano la dimensione del disastro ecologico e naturalmente la loro visione dovrebbe essere foriera di un sollecito intervento delle istituzioni, anche a livello mondiale, per porre un freno a questo processo di inquinamento ambientale che si appalesa ormai quasi irreversibile, in assenza di urgenti e risolutivi provvedimenti di contenimento. Tra le foto si nota un rifiuto indecifrabile: quale oggetto fosse stato prima di rimanere abbandonato al suo destino marino ce lo ha spiegato l’artista, scultore, fotografo e naturalista Raffaele D’Agostino. Orbene si trattava di una bottiglia di plastica abbandonata certamente da decine di anni, siccome fagocitata in tuttala sua superficie da varie specie di molluschi marini. L’attenzione dei numerosi convenuti è stata, infine, catturata da un’opera del già citato D’Agostino che ha voluto sintetizzare il tema dell’abbandono indiscriminato dei rifiuti con una scultura denominata “Giordano Bruno”, che rappresenta un libro, uno dei tanti scritti, per l’appunto, da quel frate domenicano, grande filosofo e scrittore, che fu mandato al rogo quale eretico per le sue idee religiose. Orbene, l’opera riproduce un libro aperto sulle cui pagine risultano infissi altri libri, però, questa volta reali, in quanto facenti parte di un cospicuo quantitativo di tomi ritrovati sulla battigia di Castel Volturno: secondo l’intendimento dell’autore, il Giordano Bruno si fece mandare al rogo per non rinnegare le proprie idee cristallizzate nei suoi libri, mentre nella società attuale i libri si abbandonano spesso come inutili rifiuti. Quella in corso presso il Museo Campano è, insomma, una mostra da non perdere, soprattutto per le scolaresche e le giovani generazioni.