EVASIONE CULTURALE A KM0

“LA SCHOLA CANTORUM”, UN FINE MOSAICO DEL TIFATA DI CIRCA 18 SECOLI FA, PIU’ ESPRESSIVO DI UNA MODERNA FOTOGRAFIA.

Il mosaico

Nel salone antistante la sala Liani del Museo Campano di Capua i visitatori sono attratti da uno splendido mosaico fatto di tessere policrome, retrodatante alla fine del II secolo/inizi del III secolo d.C. Fu rinvenuto in una domus presso il santuario di Diana Tifatina di Sant’Angelo in Formis. Il mosaico rappresenta un gruppo di giovani donne, mentre sullo sfondo si intravede un personaggio maschile. Si tratta della cosiddetta “Schola cantorum” (Scuola di cantori). Questo mosaico è particolarmente interessante per la fattura della lavorazione artistica: ogni volto è diverso dagli altri, come se la scena riprodotta avesse reso alla perfezione le sembianze fisiognomiche di ciascuna delle giovanissime donne facenti parte della schola cantorum. Come un fotografo mette in posa il soggetto da riprendere così quell’artista di oltre milleottocento anni addietro ha posizionato le ragazze in maniera tale da non trascurare nessuna di esse. Anche oggi quando si scatta la fotografia di un gruppo numeroso può capitare che qualche soggetto resti coperto in tutto o in parte da un altro. In quel mosaico tutta la scena ripresa appare concepita secondo un ordine razionale, in cui anche le giovanette che si trovano disposte nelle file posteriori sono ugualmente e pienamente visibili come se fossero state poste su delle pedane che le consentissero di sovrastare quelle poste innanzi ad esse. Il fotografo professionista, prima dello scatto, richiama il gruppo ad assumere la giusta posizione; orbene anche nel mosaico tutte le giovanette sembrano essere rapite da una indefinita emozione quasi desiderose di voler consegnare all’artista del tempo la migliore espressione possibile di se stesse. Soltanto una ragazza appare come colta di sorpresa mentre con la mano destra cerca di sistemarsi qualcosa all’altezza del collo: vanità femminile. Il mosaico in questione è di rilevante valore documentale anche perché ci fornisce una indicazione circa il vestimento in uso per gli allievi di una schola cantorum. Tutte le giovani donne indossano, infatti, un capo di vestiario simile: anche le calzature sono uguali per tutte. Le acconciature dei capelli sono quelle della moda del tempo: i capelli, ben pettinati, sono raccolti allo stesso modo. C’è, però, una differenza tra quel mosaico, ancora oggi come nuovo, ed una moderna fotografia: il primo ha una durata pressoché eterna mentre la seconda ha una vita breve, forse appena quella della generazione in cui fu scattata. E le giovani donne riprodotte nel mosaico capuano, nelle loro belle vesti e nel pieno della loro esuberante giovinezza, continuano a guardare con disincanto quanti, ancora oggi, estasiati passano loro innanzi; e sembrano pure felici di essere ancora oggetto di condivisa ammirazione.

CONDIVIDI

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*