Senza categoria

IL FIUME VOLTURNO E’ MALATO E CI MANDA SEGNI INEQUIVOCABILI PER FARCELO SAPERE.

In concomitanza di piogge abbondanti il fiume Volturno – come del resto tutti gli altri corsi fluviali d’Italia – reca verso il mare ogni specie di rifiuto. Infatti, nel corso dei nubifragi, le acque in eccesso vengono veicolate dai fossi, dai rigagnoli e dai canali nel fiume Volturno. Le acque meteoriche puliscono le campagne di tutti i rifiuti urbani sparsi in giro e non solo di quelli, perché trascinano verso il corso fluviale anche una quantità incalcolabile di contenitori in plastica utilizzati nel settore della piantumazione agricola e di teloni di analogo materiale, rimossi dalle serre, siccome lacerati o usurati per il decorrere del tempo o per le inclemenze meteorologiche. Le strade e le campagne, dopo abbondanti precipitazioni, si presentano, quindi, più pulite, mentre i fiumi, dove tutto viene convogliato, si gonfiano all’inverosimile, non solo delle abbondanti acque meteoriche ma anche di tutto ciò che è stato depositato o accantonato per la strada e per la campagna e persino per le colline. Sembra quasi che la natura voglia raccogliere quanto l’uomo, per incuria, strafottenza e noncuranza, abbandona intorno a sé, senza badare al suo destino finale. Di quello che arriva al Mare Nostrum non sappiamo più niente, salvo che i pescatori lamentano spesso di trovare nelle reti più rifiuti urbani che pesci. Quelli sono i rifiuti visibili – e siamo ancora fortunati, siccome li possiamo ancora vedere-, perché le microplastiche, anch’esse molto diffuse, sono ancora più insidiose, in quanto possono infiltrarsi nell’ambiente e negli alimenti, tanto da costituire una sicura minaccia per l’ecosistema e la salute umana. Adesso torniamo al nostro fiume Volturno: esso, come tutti gli altri corsi fluviali, al termine di ogni alluvione, in seguito all’abbassamento del livello d’acqua, mostra uno spettacolo spettrale, solo se ci si sofferma solo per qualche un attimo a guardare le chiome degli alberi che crescono rigogliosi lungo le rive. Orbene, si possono notare, anche a diversi metri di altezza dalla superfice dell’acqua , impigliati tra i rami, innumerevoli buste di platiche, alcune ancora integre ed altre lacerate, contenitori vari, bottiglie e stracci. Le foto, a corredo di questo articolo, sono state scattate alla fine di febbraio di questo anno, in prossimità del ponte romano, lato centro urbano. La situazione è analoga per tutto il suo corso, fino alla sua foce; e ciò, naturalmente, avviene per tutti i corsi d’acqua per non attribuire una triste fama al solo nostro glorioso fiume Volturno che, tutto sommato, si preserva ancora in buone condizioni, nonostante l’incuria umana e la mancanza di adeguati controlli a monte di esso, per la parte relativa ai rifiuti convogliati illegalmente. La “Logica”, per lo studio di qualsivoglia fenomenologia , distingue le “cause” dagli “effetti”: orbene la soluzione elementare sarebbe quella di eliminare negli imballaggi, nell’impacchettamento e nel trasporto i contenitori non biodegradabili (cioè le cause) per vedere ridotte le conseguenze (cioè gli effetti) successive sull’ambiente. E’ difficile, ma l’uomo riesce a trovare sempre la soluzione tecnica praticabile, solo se veramente la si volesse conseguire, anche se la strada percorribile comporterebbe sicuramente un onere maggiore rispetto ai prodotti di sintesi. Invece, si continua sulla vecchia strada, continuando ad immettere nell’ambiente quotidianamente miliardi di contenitori di difficile smaltimento che, per mille vie, raggiungono i mari di tutto il mondo; da qualche tempo si sta cercando recuperarli, anche se ormai una parte di essi si è già sbriciolata ed è, quindi, di pressoché impossibile bonifica. Una fatica di Sisifo, dagli enormi costi e dai risultati deludenti. Ormai siamo all’inizio di aprile e gli alberi si sono ricoperti di foglie che nascondono le oscenità del mondo moderno: la primavera nasconde tutto e ci sentiamo sollevati. Se osservate le foto accluse, retrodatanti al periodo di fine inverno, noterete numerosi rifiuti che, all’indomani della pubblicazione di questo articolo, scorgerete con difficoltà, siccome nascosti dal fogliame: ci sono sempre, ma non si vedono. Il miracolo della palingenesi dell’eterna primavera!

CONDIVIDI

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*