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LA DOMENICA, GIORNO DEL SIGNORE…di don Franco Galeone

18 agosto 2024 ✶ XX Domenica TO (B)

La messa è un banchetto, un incontro di fratelli! (Gv 6,51)

In tutte le religioni e civiltà, il pasto ha un valore antropologico, simbolico e teologico: condividere la stessa mensa crea tra i convitati vincoli sacri, cui sono legate anche le divinità. Gli uomini, a differenza degli animali, vogliono non solo mangiare, ma anche stare insieme. Nel banchetto si realizza l’accoglienza, la comunicazione, la confidenza; fu proprio durante una cena che Gesù si confidò con umanissima intimità ai suoi discepoli. Per Israele, il banchetto sacro è la celebrazione-ricordo di un evento storico: l’uscita dalla schiavitù dell’Egitto. I profeti aiuteranno il popolo a comprendere che per celebrare bene la Pasqua, è necessaria la conversione del cuore (I lettura). Gesù prepara per i suoi una nuova Alleanza, una nuova Pasqua, un nuovo pane, quello del suo corpo: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”. Il fatto poi che Giovanni sostituisca il racconto dell’eucaristia con la lavanda dei piedi, indica chiaramente che un nesso stretto lega l’eucaristia con il servizio.

Per gli ebrei il banchetto sacro era la celebrazione-memoriale di un fatto storico, l’esodo liberatore di Mosè. Gesù si spinge oltre: “Io sono il pane disceso dal cielo … la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”. Sono parole incredibili per un ebreo, che tra l’altro, non poteva assolutamente bere il sangue (Lv 17). Ma Gesù non fa nessuno sconto: “Volete andarvene anche voi?” chiede Gesù a quanti avevano giudicato quel “linguaggio duro”. Gesù non parla in senso metaforico, non parla di un cibo spirituale; nel Vangelo di oggi per ben cinque volte leggiamo la parola “carne”, e per ben quattro volte il verbo “mangiare”. Una vera comunione ci obbliga ad andare nelle strade della vita con il cuore nuovo.

Il capitolo sesto di Giovanni segna un punto decisivo nella predicazione di Gesù. Gesù si presenta come “pane di vita”; è la conclusione logica dopo la distribuzione dei pani: Gesù ci convince con la fame e con la sete. La samaritana lo prega: “Signore, che io non abbia più sete”; gli ebrei gli rivolgono la stessa preghiera:“Signore, dacci sempre di questo pane”. È il metodo di Gesù:partire dalle nostre più reali esigenze della vita per iniziare un autentico cammino di fede.

Punto di partenza per una profonda comprensione dell’Eucaristia è la riflessione sul pasto umano. Per gli uomini, a differenza degli animali, il mangiare non è soltanto una funzione biologica, ma diventa un rito antropologico: questo ci dice subito che la dimensione comunitaria è necessaria. Occorre essere in grazia con Dio e con i fratelli, non basta comunicarsi solo con Dio, ma anche con i fratelli. Purtroppo, oggi, i moderni mezzi di comunicazione hanno messo in crisi tanti rapporti interpersonali, soprattutto quelli all’interno della famiglia; per esempio, il televisore ha segnato il tramonto del vecchio tavolo attorno al quale la comunità familiare si trovava unita nel dialogo generazionale; non si tratta di condannare il progresso tecnologico, ma di segnalarne i rischi. Su questo argomento mi piace riportare una bella pagina dello scrittore tedesco Günther Anders:

“Da alcuni decenni il massiccio tavolo centrale della stanza di soggiorno, che riuniva la famiglia intorno a sé, cominciava a perdere la sua forza di attrazione. Ora esso ha trovato un vero successore, per l’appunto nel televisore, che rappresenta il tavolo familiare di segno negativo. Non fornisce il centro comune: mentre il tavolo rendeva centripeta la famiglia e invitava coloro che si sedevano attorno a far correre avanti e indietro la spola degli interessi, degli sguardi, delle conversazioni, e a continuare a tessere la tela della famiglia, lo schermo imprime alla famiglia una direzione centrifuga. Non sono più insieme, ma ormai soltanto l’uno con l’altro, anzi l’uno accanto all’altro, meri spettatori. La struttura della famiglia si è trasformata in quella di un pubblico in miniatura, la stanza di soggiorno si è trasformata in un locale di spettacolo in miniatura e il cinematografo è diventato il modello della casa”.

BUONA VITA E BUONA VACANZA!

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