CAPUA – Alcuni giorni addietro una comitiva di turisti stava ammirando le pregevoli
ornamentazioni che abbelliscono il cinquecentesco portale di Porta Napoli. Le
metope arricchite di trofei d’armi sono talmente numerose da richiedere una certa
applicazione per osservarle con attenzione. Il gruppo di visitatori proveniva dal
quadrivio della stazione ferroviaria di Capua e l’imponente opera scultorea che
hanno incontrato, da subito, sul loro percorso li ha meravigliati non poco, così come
il ponte sull’imponente fossato della cinta bastionale. Dopo essersi soffermati a
visionare il portale si sono portati anche all’interno di esso per ammirare i tre fornici
del lato opposto, che prospettano sull’antistante Teatro Ricciardi, ed i residui
meccanismi di apertura del ponte, che si intravedono tuttora sul retro del Portale di
Porta Napoli.
Al termine di quel primo entusiastico approccio alla cittadina di Capua
si sono domandati che cosa rappresentasse quel portale, i trofei di armi che la
decoravano, nonché e soprattutto la denominazione di quella struttura. Avrebbero
avuto una immediata ed esauriente risposta se colà fosse rimasto affisso il cartello
riportante la denominazione del sito e le indicazioni sintetiche su ciò che esso
rappresentava. Fino a qualche tempo fa –probabilmente non da poco- il cartello
c’era, ma di esso non è rimasta alcuna traccia, eccetto il paletto che lo sosteneva,
con le relative due staffe orizzontali di fissaggio. Qualche teppista di passaggio l’avrà
certamente rimosso e nessuno si è avveduto che il Portale di Porta Napoli è rimasto
privo della targa che lo illustrava. Per sapere di che cosa si trattasse hanno dovuto
consultare Google Maps. La città di Capua ha una naturale vocazione turistica e per
meglio promuoverla bisogna porre particolare attenzione ai dettagli dei siti
monumentali perché se ai cittadini la mancanza di una targa con relativa legenda
che ne riporti il nome e le caratteristiche salienti non è di alcun pregiudizio, invece,
di contro, la sua assenza suscita nei visitatori e, soprattutto, nei turisti che vengono
da lontano la percezione di una certa superficialità nella tenuta del patrimonio
artistico culturale.
