Vangelo della Domenica ✶ 20 ottobre 2024 – 28^ Domenica TO (B)
‘Potere’ di più per ‘servire’ di più! (Mc 10,35)
Domenica scorsa abbiamo riflettuto sul denaro, questa domenica, invece, riflettiamo sul potere. Anche il potere, come il denaro, non è necessariamente ‘cattivo’; Dio stesso è definito l’Onnipotente, ma nelle mani dell’uomo, il potere può diventare abuso, e Dio, per correggere le nostre cattive idee, ci rivela, nella croce, l’onnipotenza dell’impotenza. Il Vangelo propone una via di uscita: trasformare il potere in servizio. Il verbo è un indicativo presente (v.43), non è un augurio né un comando, ma un “presente costituzionale”, cioè il primo articolo della costituzione cristiana deve recitare così: “Ognuno è il servo di tutti!”. E dopo avere presentato il modello da non imitare (i capi, i notabili, i potenti), Gesù presenta sé stesso quale ideale cui riferirsi: Gesù ha il potere in quanto è servo, la gloria in quanto egli si è abbassato, la regalità in quanto egli è il crocifisso. E non deve sfuggire il particolare che i tre annunci della sua passione si chiudono con il verbo “servire”; ciò esclude ogni interpretazione coloristica della missione di Gesù: la strada della croce non è un soffrire, ma è prima di tutto un servire (In capite et in membris).
Il “servizio” è uno dei criteri sui quali il cristiano è chiamato a verificarsi: poco servizio=poco amore, poco Vangelo, poco cristianesimo. Quanti cosiddetti cristiani, al centro come in periferia, seguono Gesù per carriera, per successo, per professione… La vanità non ha né colore né sapore, è uguale in ogni ambiente politico e militare, religioso e togato, maschile e femminile. Paolo VI ha indicato la via da seguire: nel 1963 ha messo in vendita la tiara dell’incoronazione, acquistata dal cardinale Spellman, per le missioni africane. Fu l’ultima incoronazione! Deo gratias!
Buona vita!