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LA DOMENICA, GIORNO DEL SIGNORE…di Don Franco Galeone

Il messaggio di Gesù è stato chiamato “la Buona Notizia”. Nel suo messaggio non ci sono paure ma solo speranze, non minacce ma solo promesse. Vediamo il Vangelo di Marco in questo capitolo 13, difficile e complesso, tanto che lo stesso evangelista sente il bisogno di avvertire il lettore (v. 5).

Ci stiamo ormai avviando verso la conclusione dell’anno liturgico. Il brano del Vangelo che viene annunciato in questa domenica fa parte del “discorso escatologico”, che in Marco comprende tutto il capitolo 13 (è il discorso più lungo riportato dal secondo evangelista).

Quando si chiede a qualcuno che cosa sia per lui la fine del mondo, risponde in termini di catastrofe e di annientamento. Ma quando s’interroga Gesù sulla fine dei tempi, risponde in termini di pienezza e di ritorno. Gesù parla di “apocalisse” (=rivelazione), che non sarà una caduta nel nulla, ma un ingresso nella gloria.

Gesù è appena uscito dal tempio, dove ha fatto l’elogio di una povera vedova , che ha gettato nel tesoro due spiccioli, e si sta dirigendo verso il monte degli ulivi, da dove si può ammirare lo splendore del tempio. I discepoli, guardando questa meravigliosa costruzione, ne restano colpiti, e uno di loro dice a Gesù: “Maestro, guarda che pietre e che costruzione!”. Nello stesso Talmud si legge: “Chi non ha visto ultimato il santuario in tutta la sua magnificenza, non sa cosa sia la sontuosità di un edificio” (Sukka 51b). Gesù, quasi interrompendo le affermazioni di meraviglia del discepolo, dice a tutti che di quella costruzione non sarebbe rimasta pietra su pietra. I discepoli, al sentire queste parole, restano ovviamente stupiti e gli chiedono spiegazione. E Gesù risponde con un lungo discorso nel quale descrive gli avvenimenti degli “ultimi giorni”.

Per esprimere questa trasformazione profonda – una sorta di violenta interruzione della storia – Gesù riprende il linguaggio tipico della tradizione apocalittica allora molto diffusa, e parla di crollo cosmico. Ma non lasciamoci ingannare. Gesù non rinnega la sua creazione. Nel libro dell’Apocalisse, infatti, leggiamo: “Tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono” (4, 11). La Scrittura, in tutte le sue pagine, prospetta un mondo nuovo: “Vidi un cielo nuovo ed una terra nuova, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap 21, 1-2). Lo sconvolgimento del creato è finalizzato all’instaurazione di questa “Gerusalemme”, ove tutti i popoli della terra saranno radunati come in un’unica grande famiglia.

È suggestiva l’espressione usata da Gesù sulla prossimità degli “ultimi giorni”. Egli dice: “sappiate che ciò è alle porte!”. Alle porte di ogni giornata della nostra vita c’è il Signore che bussa, c’è il “giorno ultimo” che attende di essere accolto “oggi”.

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