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LA DOMENICA, GIORNO DEL SIGNORE…di don Frano Galeone

I Domenica di Avvento — 1° Dicembre 2024 (C)

Vietato dormire! La liberazione è vicina! (Lc 21, 25)

* Cominciamo con gioia e con tremore un nuovo anno liturgico. È il primo giorno dell’anno, secondo il calendario della chiesa. Tenteremo di rileggere il Vangelo di Luca come una realtà viva. Lo scriveremo insieme questo Vangelo del Tertio Millennio Ineunte. In questo nuovo anno liturgico ripercorreremo le tappe della vita del Signore, della vergine Maria, dei Santi. Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, Ascensione, Pentecoste … ogni anno le stesse feste, ma con una partecipazione più intensa. Nelle nostre famiglie saremo testimoni della crescita dei figli, delle manifestazioni quotidiane dell’amore, dell’intreccio continuo di gioie e dolori. Tutto è grazia!

* Questo tempo di Avvento, che ci prepara al Natale, sembra simile a quello di Quaresima che ci prepara alla Pasqua: non si canta il gloria; il colore è il viola, … ma quello che caratterizza l’Avvento non sono le penitenze o i digiuni, bensì la gioia e l’attesa; i fedeli lo hanno ben compreso partecipando alle due novene, dell’Immacolata e del Natale. Gioia, attesa, perché arriva il personaggio più importante della storia! Sarà bene ricordarci che Gesù non viene per una visita di cortesia, uno “scambio” di idee, ma per un “cambio” di mentalità. Ce lo suggeriscono i cinque imperativi del Vangelo, tutti simili: “Alzatevi … Levate il capo … State attenti … Vegliate … Pregate”. Quest’imperativi ci ricordano che il Vangelo non è miele né vaniglia né oppio né camomilla, ma uno squillo di tromba che turba i nostri freddi bivacchi, un rullo di tamburi che sconvolge la nostra vecchia sapienza, una pietra lanciata nella palude del nostro quieto vivere. La parola di Dio è lievito, sale, seme, luce, spada, martello, pioggia … sono queste le immagini usate dallo scrittore sacro. Spesso la nostra religiosità è soporifera, ignora gli imperativi, si accontenta di una religiosità da scenario. Spesso riempiamo la nostra vita e la nostra casa di giocattoli religiosi, assumiamo l’aria del credente, del buon cristiano. Già! Una faccia da cristiano!

* Non giochiamo con il cristianesimo! Secondo lo scrittore danese S. Kierkegaard, è il gioco più comune ed anche il più pericoloso. Per il filosofo danese esiste un contrasto tra la cristianità e il cristianesimo: “Il cristianesimo è la serietà tremenda, perché è in questa vita che si decide l’eternità”. Ogni frammento di tempo ha in sé possibilità di bene e di male. Il presente è gravido di futuro (Leibniz). E il brano del Vangelo di oggi, più che un pronostico apocalittico, è una meditazione del valore del tempo. Per gli inglesi il tempo è denaro. Per noi, il tempo è semplicemente sacro!

Buona vita!

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