In occasione del 36° anniversario dell’uccisione di Mario Diana, imprenditore libero e vittima innocente della criminalità, si è svolta ieri a Casagiove una Santa Messa in forma privata, celebrata dal parroco Don Stefano Giaquinto presso la Chiesa Parrocchiale di S. Michele Arcangelo. Mario Diana fu ucciso all’età di 49 anni, la mattina del 26 giugno 1985 in Piazza Petrillo a Casapesenna in provincia di Caserta. Mario uscì di casa di buonora, si mise alla guida della sua Citroen bx e alle 8,30 parcheggiò l’auto proprio di fronte al bar Oreste. Scese dalla macchina, ma non fece in tempo a salire i quattro gradini che davano accesso al locale. I suoi assassini lo avevano seguito, armi in pugno, sin da quando aveva lasciato la sia abitazione. Ci sono voluti 20 anni per conoscere il nome di chi aveva voluto ed eseguito quell’esecuzione. Soltanto nel 2005 vengono finalmente fuori i nomi dei colpevoli. Divenuti collaboratori di giustizia, si autoaccusano del delitto Giuseppe Quadrano, già in carcere per l’omicidio di Don Peppe Diana, e Dario De Simone. I due chiamano in causa Antonio Iovine, all’epoca dei fatti giovanissimo .
Ha perso la vita per aver difeso dalla camorra la sua società di trasporti, così ha stabilito, il 30 dicembre 2008, la terza sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, condannando Iovine Antonio alla pena dell’ergastolo e De Simone Dario e Quadrano Giuseppe alla pena ciascuno di anni quattordici di reclusione. Mario Diana era un imprenditore “Self-Made Men”. Aveva lasciato presto le scuole per aiutare i genitori nelle terre di famiglia, dimostrando, sin da subito, di possedere ottime capacità imprenditoriali. Queste capacità lo condussero ad allargare i suoi orizzonti e ad impegnarsi in primis, nel settore dei trasporti dei prodotti agricoli, poi dei materiali da costruzioni. Alla fine degli anni ’70 orientò la sua attività imprenditoriale nel settore industriale. Iniziò una collaborazione con un’importante azienda del Gruppo Montendison e cominciò a valutare le potenzialità del riutilizzo/riciclo degli scarti plastici industriali. Le sue scelte erano e sono il segno di un tessuto imprenditoriale sano e attivo, ma soprattutto attento alle innovazioni. L’attuale attività dei suoi figli è il risultato della sua visionelungimirante sul recupero degli scarti plastici industriali, impensabile negli anni ‘80 nel nostro paese, reale ed attuale ai giorni nostri: una risorsa economica e di riscatto per la Campania.
Ha preso parte alla cerimonia commemorativa anche Bruno Vallefuoco, referente regionale Area Memoria dell’Associazione Libera contro le Mafie di Don Luigi Ciotti. In un post sui social, Vallefuoco – in ricordo di Mario Diana – ha scritto : “Il suo rigore professionale e lavorativo lo preservò da ogni tipo di compromesso, conquistandogli la stima e la fiducia di tutti. Ma anche l’odio della camorra che decise di stroncarne la vita”