Nella lettera anonima recapitata alla caserma dei Carabinieri di Capua sul finire del 2019, vi era spiegata la fine dei cinque anziani. Secondo l’anonima testimonianza, i primi quattro anziani spariti tra il 1998 ed il 1999 furono preda di alcuni membri di una setta satanica, che li catturarono e li sacrificarono per i loro riti religiosi. Mentre per l’ultima vittima, Antonio Isolda, vi era spiegato come fosse stato vittima del cugino, tale Armando Isolda, che lo avrebbe assassinato per questioni economiche nel 2002 e gettato in una delle tante cisterne che si trovavano e si trovano tutt’ora fra i boschi del Monte Maggiore.L’arrivo della medesima lettera fece riaprire totalmente il caso e diede una nuova pista percorribile agli inquirenti. Il signor Armando Isolda venne iscritto all’albo degli indagati ripartirono immediatamente le ricerche del cadavere di Antonio ma, dopo aver scandagliato tutti i pozzi e le cisterne della zona, le verifiche diedero esito negativo.La vicenda rimane irrisolta ancora dopo più di 20 anni, nemmeno l’arrivo di questa lettera anonima è riuscita a chiarire il mistero. A detta di molti studiosi del luogo, il Monte Maggiore, così come buona parte dei Monti Trebulani, in antichità era zona di continui pellegrinaggi religiosi, che vengono effettuati tutt’ora. Secondo alcuni, tra quei boschi e quelle grotte, vi era una linea di confine tra il bene e il male. Una zona magica dunque, dove si adoravano tantissimi dei pagani. Molti sono stati i ritrovamenti di altari, disegni, teschi di animali, candele e croci soprattutto sulla cima del monte Demonio, la parte più alta del Monte Maggiore. Nel 2020 ritornò per un attimo la paura e il timore delle scomparse quando un anziano si perse tra i boschi. La notizia fece subito il giro dei social e dopo poche ore l’uomo fu ritrovato in stato confusionale.
Il mistero rimane tutt’ora fitto e oscuro. Vent’anni non sono bastati per spiegare la smaterializzazione totale di cinque persone in una zona antropizzata come quella del Monte Maggiore. Questo mistero si consegna alla storia della cronaca nera italiana come l’ennesimo senza soluzione e tante sono le domande alle quali non abbiamo risposta. Il mistero del Monte Maggiore aleggia tutt’ora tra quei boschi, tra le cime rocciose e nelle millenarie caverne che lo conservano gelosamente. Il ricordo è vivo soprattutto tra i suoi abitanti che si dilettano nel narrare questa vicenda come una storia da film horror da raccontare nelle notti più buie.