Un fico, due transenne inutilizzabili, un segnale stradale scomparso, un lampione a terra e un po’ di erbetta neppure gradevole alla vista. Una cornice, questa, che fotografa – ormai da qualche anno – la situazione di degrado del Ponte Nuovo sul Volturno, purtroppo ancora sotto sequestro. Ricordo quando, in pompa magna, ne cantarono ai quattro venti il dissequestro, per poi smentirsi chiarendo che trattavasi di una situazione temporanea. Consulenze, rilievi, esami e controesami, tra sondaggi, carotaggi, indagini e accertamenti, che ad oggi lasciano più di un interrogativo sul futuro dell’infrastruttura fluviale capuana. Messa in sicurezza o abbattimento? Restauro e ricostruzione? Boh… Chi ci ha capito qualcosa è bravo, ma – in questa baraonda di scientificità teorica – una cosa chiara ed evidente è emersa. Si stanno spendendo soldi per gli studi e niente per la concreta risoluzione del problema. Arriveranno questi fondi? Pare che con un milione e quattrocentomila euro non si riesca a fare nulla, neppure un rinforzo. Sbaglio? Spero di sì. Ma tutta questa gente che è venuta a vedere il ponte e a farsi le foto, come il Toninelli e il rigido De Luca, che fine ha fatto? È l’emblema dell’Italia che corre a due velocità. È vero. Fortunatamente non ci sono stati i morti, ma è mai possibile che a Genova riescono a fare un viadotto di oltre mille metri e a Capua non riusciamo neanche a farlo dissequestrare? Non vogliamo essere petulanti, ma una mossa qualcuno la dovrà pur prendere.