Ci siamo occupati di Villa Sparagana in tempi non sospetti: https://www.81034.it/salviamo-villa-sparagana/, con la speranza che potesse essere affrancata dall’incuria e dall’abbandono e restituita alla città quale bene comune da destinare a pubbliche attività. Ma i nostri auspici sono stati purtroppo miseramente delusi. In oltre trent’anni il comune di Mondragone e le altre Istituzioni pubbliche interessate non hanno saputo o voluto adoperarsi per acquisirla al patrimonio pubblico (e dobbiamo presumere che anche nella recente procedura di vendita del bene sottoposto a vincolo, pur coinvolti come prescrive la legge per una eventuale prelazione, si siano defilati). E infatti nei giorni scorsi (così ci informano) qualche privato l’ha comprata dagli eredi dell’avvocato romano Sparagana, il secondo proprietario della villa (da cui prende il nome), sposato con la signora Falco, appartenente ad un’antica famiglia mondragonese. Ma ancor più deluso dell’AMBC sarà stato il professore Paolo Russo, il sindaco dell’epoca che si adoperò non poco affinché l’allora Ministro dei Beni Culturali e Ambientali, on. Facchiano, firmasse l’apposito decreto di tutela in data 17 aprile 1990. Il sindaco Paolo Russo nel dare a suo tempo la “lieta novella” alla città dichiarava “l’intenzione di poter destinare nel prossimo futuro, attraverso opportune intese, la Villa Sparagana a pubbliche attività di interesse collettivo, come- per esempio- centri culturali, centri giovanili ecc.”. Siamo ovviamente anche noi convinti (come tanti altri che si sono espressi in questi giorni via social) che comunque il passaggio nelle mani di un privato cittadino di tale bene tutelato potrebbe finalmente strapparlo al degrado nel quale da decenni gli eredi Sparagana l’avevano fatto piombare. E, tuttavia, non possiamo nascondere un certo rammarico, soprattutto se pensiamo che altre proprietà private in questi anni sono state comprate dal comune di Mondragone e non tutte all’altezza del “particolare interesse storico-artistico-ambientale” di Villa Sparagana e non sottoposte come questa villa a tutela ai sensi della legge n. 1089 dell’1.6.1939 (artt. 1-2) e altri beni tutelati sono stati oggetto di finanziamenti pubblici comunitari, statali o regionali: https://www.sopri-caserta.beniculturali.it/it/452/settore-vincoli (alla voce “M” trovate i beni mondragonesi sottoposti a tutela). Ci sembra –tuttavia- poco credibile che in questi anni (e fino ai giorni nostri) nessun “personaggetto” abbia pensato anche per Villa Sparagana di fare capolino dalle parti della regione Campania. Non sappiamo cosa ne sarà ora della villa né a cosa vorranno adibirla i nuovi proprietari. Sappiamo però che su di essa c’è un vincolo di tutela e vogliamo sperare che le preposte Autorità sappiano farlo rispettare. Negli archivi dei nostri amici Consiglieri Verdi della fine degli anni ottanta, Giampaolo Romano e Antonio Taglialatela (quando i Consiglieri comunali facevano i Consiglieri comunali e agivano attraverso interrogazioni, interpellanze e mozioni, esercitando sia l’attività ispettiva che un’azione di proposta), abbiamo recuperato (oltre ad un interessante servizio fotografico sulla villa, sui suoi interni, sulle accessioni e sulle sue pertinenze) la copia del decreto del Ministro Ferdinando Facchiano, che pubblichiamo sulla pagina facebook Chatta e Vinci https://www.facebook.com/groups/767310739974414/ affinché tutti- e soprattutto gli addetti ai lavori- possano tenerlo ben presente. Va comunque fatta –più in generale– una seria riflessione sui provvedimenti tesi a preservare alcuni beni di particolare interesse che– purtroppo– non sempre sono serviti dalle nostre parti a fare tutela. Quali obiettivi ha raggiunto, per esempio, il Decreto Ministeriale 26 febbraio 1965 di “Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona litoranea sita nel comune di Mondragone”? Un decreto (in G.U. n. 115 dell’8 maggio 1965) che poneva sotto tutela la “zona compresa tra il mare e la Strada statale n.7 (via Domitiana) anch’essa compresa nel vincolo, a partire dal confine del comune di Sessa Aurunca fino al confine del comune di Castelvolturno”. Ma tale decreto, a vostro parere, è servito a tutelare una zona che il provvedimento ministeriale dichiarava di “notevole interesse pubblico, perché costituisce un complesso di cose immobili e di bellezze panoramiche considerate come quadri naturali godibili dalla via Domitiana, anch’essa compresa nel vincolo”? Ed oggi dalla via Domiziana quali “quadri naturali godibili” possiamo ammirare? Concludiamo con un’amara sconfitta: il Maestro Giampiero Monaco, al quale l’AMBC aveva espresso solidarietà e vicinanza durante il suo sciopero della fame a difesa dell’esperienza di Bimbisvegli, la scuola pubblica democratica all’aperto, ha “buttato la spugna” e si è temporaneamente arreso alla burocrazia. Qui la sua lettera, che tutti i genitori e gli operatori scolastici dovrebbero leggere: https://www.peacelink.it/consumo/a/48764.html.