COMUNICATI STAMPA, POLITICA

“Per una volta la Campania è prima in classifica”, la nota dell’Associazione Mondragone Bene Comune

“Da tempo si insiste sulla necessità che anche i territori e le nostre amministrazioni locali acquisiscano una maggiore sensibilizzazione verso un impegno ambientale. Ad oggi, per esempio, nessuna regione italiana è in linea con gli obiettivi intermedi fissati a livello europeo per la neutralità climatica al 2030. Così come pochissimi Comuni (e Mondragone non è tra questi) hanno avviato politiche di transizione ecologica (a partire, per esempio, dal ripensamento della mobilità urbana e da una massiccia pedonalizzazione). Qualche dato positivo inizia però ad esserci: 6 regioni, la Campania, che per una volta è in testa alla classifica, seguita da Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Liguria e Marche, registrano migliori performance climatiche rispetto alle altre. È quanto emerge dal rapporto La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica: il primo ranking delle Regioni italiane sul clima – realizzato, in collaborazione con Isprada I4C Italy for Climate – che ha misurato e valutato le prestazioni ecologiche delle regioni italiane in termini di impatto sul clima. La classifica è stata elaborata in base a 3 parametri: emissioni di gas serra, consumi di energia e fonti rinnovabili. Sono stati presi in considerazione i più recenti dati consolidati e ufficiali – quelli del 2019 – e si è analizzato il trend di miglioramento conseguito nel biennio precedente. Dal rapporto si evince così che 14 regioni su 20 hanno aumentato i propri consumi energetici e sul fronte delle fonti rinnovabili gran parte delle regioni italiane è molto distante dall’obiettivo al 2030. Nel biennio analizzato solo 6 regioni hanno aumentato lievemente la quota di rinnovabili, mentre tutte le altre le hanno addirittura ridotte. 7 Regioni hanno azzerato i consumi di carbone, mentre altre 7 concentrano da sole il 99% del consumo nazionale di carbone. Per approfondimenti: il dettaglio regionale del rapporto. I “problemi ambientali” in Campania e nei nostri Comuni sono tantissimi: ci sono ancora le ecoballe e troppo poco è stato fatto per risanare le “terre dei fuochi”(un libro per non spegnere i riflettori: https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/09/17/terra-dei-fuochi-un-libro-per-tenere-accesi-i-riflettori-su-questo-disastro-ambientale/6322647/); siamo ancora alle prese con la mancata depurazione delle nostre acque e ancora continuano a “mangiarsi” le nostre montagne e a sfruttare oltremodo le nostre acque, mentre il servizio idrico tende a virare sempre più verso il privato e le riforme regionali (dell’acqua come dei rifiuti) languono;  ancora arranchiamo sul fronte della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata e  assistiamo inerti allo sversamento selvaggio dei rifiuti di ogni tipo in ogni dove; non abbiamo ancora accettato l’idea che l’agricoltura ha futuro soltanto se convertita al biologico, alla “piccola taglia”, alla multicoltura e alla prossimità (ieri non si è votato soltanto in Germania ma anche  nella Provincia Autonoma di Trento per un referendum propositivo  promosso  per creare un Biodistretto:  https://bio.trentino.it/referendum/);  non abbiamo ancora capito che non possiamo più consumare suolo e che dobbiamo affidare all’edilizia la valorizzazione del già costruito e l’efficientamento energetico;  ancora non sembra particolarmente diffusa l’esigenza di tutelare i nostri “beni comuni”, quella di riempire le nostre città di verde e alberi e di spazi pubblici di socialità e di far scendere i cittadini dalle auto e dai motorini (semmai guidati senza casco), per liberare finalmente le nostre strade dal traffico e dallo smog, restituendole alle bambine e ai bambini, ai pedoni e ciclisti. Tuttavia, di fronte ad un dato positivo, noi –con soddisfazione- dobbiamo registrarlo e comunicarlo. Così come dobbiamo invece sottolineare (e lo faremo nel prossimo comunicato) che sul fronte del welfare e dellepolitiche sociali, a partire- per esempio- dal drammatico problema della dispersione scolastica– in Campania (e vedremo anche la situazione di Mondragone e di alcuni altri Comuni casertani) si è fermi o addirittura si arretra. Terminiamo con la segnalazione della piattaforma di mobilitazione volta al contrasto dell’attuazione del PNRR: “Per un PNRR dei diritti, a difesa dell’acqua e dei beni comuni. No alla privatizzazione del Sud Italia!“. Il percorso si svilupperà mediante una “carovana dell’acqua” che attraverserà vari territori nei mesi di ottobre e novembre con una serie di iniziative collegate per concludersi il 20 Novembre a Napoli con un’iniziativa pubblica a carattere nazionale: https://www.facebook.com/acquabenecomune/posts/4759342127433564;  https://twitter.com/AcquaBeneComune/status/1441310210413326337Diffondiamo!

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