Capua, EVASIONE CULTURALE A KM0

RUBRICA: CAPUA, PIETRE D’INCIAMPO O D’IMPICCIO?

EVASIONE CULTURALE A CHILOMETRO ZERO E AD EURO UNO – Viviamo nella storia, nell’arte e nella bellezza: tutto è a portata di mano. Bisogna soltanto riscoprirlo perché tutto è già intorno a noi e fruibile a costo pressoché zero; il costo di un caffè.

Un po’ ovunque, nel mondo, sono state collocate le Pietre d’inciampo. Esse sono da ricondursi all’iniziativa di un artista tedesco, Gunter Demmig, che, dal 1992, propose la collocazione di piccole targhe di ottone, grandi quanto un sampietrino, sulle quali sono incisi i nomi dei deportati nei campi di concentramento nazisti dai quali non fecero più ritorno. Le pietre di inciampo vengono inserite nella pavimentazione stradale, nei pressi della casa ove il deportato aveva abitato, per ravvivarne la sua memoria. Si tratta di una lodevole iniziativa che, sorta in Germania, si è diffusa un po’ ovunque, anche in Italia.Le Pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine) costituiscono un invito alla riflessione sui campi di sterminio nazisti. In genere, la prima volta che ci si trova al cospetto della locuzione “pietra d’inciampo” si pensa d’istinto a qualche cosa nel quale si può urtare o incespicare inavvertitamente, con a seguire addirittura un ruzzolone a terra. Ebbene che c’entra Capua con le Pietre d’inciampo? Niente perché nella nostra cittadina non mi risulta che ce ne siano. Sussistono, invece, sulla sede stradale e in più arterie cittadine -in genere quelle del centro cittadino e, dunque, nelle vie più trafficate dai pedoni- dei manufatti o ciò che resta di essi, che sono delle vere e proprie insidiose trappole. Non sono Pietre d’inciampo ma piuttosto pietre d’impiccio o qualcosa di simile ad esse. Alludo ai tanti monconi di paletti stradali installati qualche anno addietro, per delimitare i percorsi pedonali, e che sono stati abbattuti o meglio spezzati, a qualche decina di centimetri da terra; ciò è avvenuto a seguito della comprensibile distrazione di qualche automobilista che, nel riprendere la marcia o facendo retromarcia, non si avvede dei paletti che, essendo di modesta dimensione, non vengono pressoché notati, se troppo in prossimità dei veicoli. Diversi paletti stradali, però, sono stati dolosamente abbattuti, talvolta per recuperare irregolarmente spazio per il parcheggio dei veicoli oppure per puro spirito di vandalismo.Comunque sia, nella città di Capua, ci sono innumerevoli monconi di paletti che costituiscono tuttora un potenziale pericolo per quanti, per incolpevole disattenzione, ci dovessero inciampare o incespicare. I paletti tranciati al livello della strada non sono di alcun pericolo, mentre lo sono quelli divelti o abbattuti a pochi centimetri dal suolo, talvolta muniti pure di spuntoni appuntiti. In caso di caduta accidentale su di essi, soprattutto per le persone più anziane, il danno che ne potrebbe derivare potrebbe essere finanche grave o gravissimo. In relazione al tempo decorso, l’ente proprietario della strada ne dovrebbe prendere atto: lasciarli dove sono effettivamente necessario e rimuoverli laddove col tempo non ne è stata ravvisata l’utilità. Una considerazione, però, va fatta sull’altezza di quei paletti che per la loro ridotta dimensione sono la scaturigine di potenziali sinistri stradali o di “inciampamenti”. Andrebbero quantomeno sostituiti con quelli aventi una maggiore altezza, tale, cioè, da renderli maggiormente visibili. Ma non sono soltanto i monconi dei suddetti paletti ad essere fonte di pericolo per i cittadini e l’utenza stradale: in piazza Medaglie d’oro, sul lato adiacente al corso Appio, ci sono delle enormi sfere di indefinibile composizione, contro le quali si rischia di inciampare, se appiedati, o sbatterci contro la portiera dell’auto, se motorizzati: le “palle”, pur enormi, molto spesso, infatti, non sono notate dai conducenti dei veicoli nella fase del parcheggio, in quanto si intravedono soltanto quando, per distrazione, ci sbattono contro la portiera, nella fase della sua apertura.

Pare che a Capua si adottino sempre le soluzioni più fantasiose per difficoltizzare la vita del cittadino. Oltre i monconi e le sfere d’inciampo, non potevano mancare i cavi (elettrici) d’inciampo: sì, ci sono e sono ben visibili sul marciapiedi antistante il defunto Ospedale civile e nei pressi della inaccessibile villa comunale, il cui ingresso è sbarrato da anni. Orbene, pressoché al centro del marciapiedi adiacente la villa comunale, sono ben visibili dei cavi elettrici, che spuntano dal suolo e tranciati a circa 20/30 centimetri dal livello stradale, che alimentavano verosimilmente un lampione della pubblica illuminazione un tempo colà insistente. I cavi elettrici risultano essere messi provvisoriamente in sicurezza con del nastro isolante. Qualche encomiabile e solerte cittadino, per segnalare la matassa di cavi pericolosamente fuoriuscenti dal marciapiedi, si premura di collocarvi ricorrentemente al di sopra un cono stradale, almeno per evitarvi il pericolo d’inciampo, nella speranza che chi di dovere senta il bisogno di mettere definitivamente in sicurezza la prospettata criticità stradale.

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One Comment

  1. Rita Roberti

    Articolo molto interessante. Io sono stata vittima di questi paletti divelti. In gita a Capua, la sera del 13 ottobre 2022, in via G. Andreozzi ho inciampato in uno di questi paletti, proprio quelli mostrati nelle foto, e nella caduta ho battuto la spalla sinistra su un altro paletto divelto più avanti, riportando una grave frattura della testa dell’omero e la frattura del bacino. Niente da eccepire sui soccorsi tempestivi e sull’assistenza ricevuta all’ospedale di Piedimonte Matese. Nella notte siamo ritornati ad Assisi e sono stata ricoverata a Perugia per un intervento di protesi di spalla inversa. Questo evento mi ha provato profondamente. Tuttora, dopo 7 mesi, faccio riabilitazione. Quale turista, ho fatto una richiesta di risarcimento danni, le pratiche sono in corso, mi aspetterei un riscontro da parte del comune di Capua. Peccato che una bella città sia così negligente.

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