“L’introduzione dell’obbligo vaccinale per i lavoratori ultracinquantenni è un provvedimento importante per arginare il Covid, ma deve essere analizzato in un contesto più ampio per garantire gli equilibri utili all’avvio della prossima stagione dei raccolti”.Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, interviene così sulle misure che riguardano il mondo del lavoro, approvate ieri da Palazzo Chigi.In Italia, quasi il 35% della manodopera in agricoltura ha più di 50 anni. Stando ai dati Inps, l’obbligo vaccinale disposto dal Governo riguarda infatti 356.070 operai su un totale di 1.049.336.Circa un terzo degli addetti (390mila) è straniero, di cui il 60% di provenienza extracomunitaria. Molti hanno ricevuto vaccini non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee e altri non sono proprio vaccinati.“Tra poche settimane si avvierà la stagione dei primi raccolti e le aziende agricole attendono l’arrivo di lavoratori extracomunitari, ma sono ancora molte le questioni aperte che, a nostro avviso, devono trovare un equilibrio in ambito internazionale. Il super green pass per gli over 50 è una di queste, così come il riconoscimento dei diversi vaccini somministrati extra Ue”.“Bene ha fatto il Governo italiano a mettere in atto tutti i provvedimenti per contrastare la nuova ondata di Covid – precisa Giansanti – ma due anni di pandemia hanno palesato evidenti difficoltà nel trovare soluzioni condivise dagli Stati per garantire il flusso e la permanenza dei lavoratori stranieri nel settore primario”.“Siamo inoltre in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Flussi 2021 appena approvato – aggiunge il presidente di Confagricoltura – e della conseguente circolare interministeriale per conoscere le date e i dettagli per avvalersi delle quote di lavoratori in agricoltura”.Dopo la sperimentazione del 2020, nell’ambito dei 42mila addetti stagionali previsti dal Decreto nei settori agricolo e turistico-alberghiero, – ricorda Confagricoltura – è infatti prevista una quota di 14mila unità riservata alle istanze presentate dalle organizzazioni professionali agricole per conto dei datori di lavoro.“Il nostro appello – conclude Giansanti – è di mettere in atto tutte le soluzioni possibili per risolvere i problemi pratici ed evitare che le giuste misure per contrastare l’emergenza sanitaria impattino con le necessità delle imprese agricole di garantire continuità produttiva e pertanto alimenti per tutta la popolazione”.