CAPUA – Nel recente passato e precisamente, in data 10 ottobre 2021,
pubblicammo un articolo recante il titolo “Capua: I segnali stradali,
l’ospedale e il pronto soccorso che non c’è”, nel quale si evidenziava che,
a diversi anni dalla chiusura del “Pronto soccorso dell’Ospedale civile di
Capua”, ancora sussistono nel centro cittadino innumerevoli segnali
stradali indicanti la direzione da seguire per giungervi, col fondato rischio
di indirizzarvi erroneamente quanti non sono conoscitori dei luoghi e
della sopravvenuta inoperatività di quel presidio sanitario; e ciò è quanto
mai pregiudizievole nei casi di urgenza e di emergenza, quando non è
tollerabile ogni qualsivoglia gratuita perdita di tempo. Nonostante che
siano trascorsi circa tre anni dal precedente articolo ed oltre un decennio
dalla chiusura del pronto soccorso ospedaliero è da pensare che ormai
quei segnali stradali (NELLE FOTO DI TESTA, UN REPERTORIO DEI SEGNALI) non assolvano più alla funzione che il Codice della strada ad essi assegna, ma che siano divenuti, piuttosto, dei “segnali della
memoria”, per rammentare alle giovani generazioni che un tempo Capua era dotata di un ospedale pubblico, peraltro, particolarmente efficiente, quanto a dotazioni, attrezzature e, soprattutto, per le professionalità prepostevi.
Forse è pure giusto –ironicamente parlando- che quei segnali stradali continuino a permanere sulla rete stradale cittadina per conservare ed alimentare la memoria di quello che fu uno dei più antichi
nosocomi, non solo della Campania ma anche dell’Italia, addirittura con annesso orfanotrofio ed ospizio, dove, nel XIX secolo, operarono illustri medici quali Ferdinando Palasciano, noto anche per essere ricordato quale promotore della Croce Rossa, ed Ernesto Cacace che, proprio nel nostro ospedale, con inusitata lungimiranza, aprì la prima sede dell’”Istituto Nipiologico”, progenitrice della moderna pediatria, che, come recita la targa in marmo -recante i segni del tempo e delle inclemenze meteorologiche- ancora sussistente nei pressi dell’ingresso di quella imponente struttura, “fu esempio e modello per altri istituti nel mondo”.
Restino, dunque, quei segnali quale richiamo di un’antica memoria ed auspicio di un ritorno del nostro glorioso ospedale. Si fa
notare, per relazione argomentativa con quanto finora esplicitato, che a seguito della soppressione della Pretura di Capua, benché ne fosse stata rimossa dall’ingresso la scritta che la indicava, sussiste tuttora, e curiosamente, l’impronta di essa, quasi a voler ricordare agli spiriti dei cittadini più sensibili che Capua era stata anche sede di Pretura (e poi, sebbene in altro luogo, di Giudice di pace): tolta la scritta ne è rimasta l’indelebile impronta sull’antico edificio che la ospitava. A Capua, dunque, l’inesistente Pronto Soccorso ospedaliero -tuttora tra i siti pubblici meglio segnalati- e la soppressa Pretura, per un verso oppure per un altro, vogliono continuare a permanere nella memoria collettiva della cittadinanza.
L’EX SEDE DELLA SOPPRESSA PRETURA CAPUANA CON LA TARGA SPICCONATA MA ANCORA LEGGIBILE