C’è una correlazione fra i casi sempre più numerosi di problemi all’udito e il contagio da SARS-CoV-2? Secondo alcuni studi intrapresi in questi due anni, gli esperti hanno accertato e confermato il collegamento fra i due fattori. Innanzitutto è bene precisare che alcune patologie virali, congenite o acquisite, apportano danni all’apparato uditivo.In questo periodo segnato fortemente dalla presenza del Covid-19, è aumentata in modo esponenziale la percentuale di persone colpite da ipoacusia, che dapprima della pandemia interessava in modo maggiorato persone anziane e solo una piccola percentuale soggetti al di sotto dei 60 anni.In alcuni pazienti ricoverati per contagio da Coronavirus infatti, oltre alle difficoltà respiratorie, alla perdita del gusto e dell’olfatto e ad altre problematiche, è stato riscontrato un abbassamento del livello dell’udito medio o grave.Per “ipoacusia” si intende una perdita parziale o totale dell’udito che può interessare un solo orecchio (monolaterale) o entrambi (bilaterale). La patologia può essere aggravata da vertigini e acufeni, che in alcuni casi divengono un vero e proprio calvario. Oltre ai problemi di natura fisica che essa comporta, crea difficoltà nel recepire vari suoni, la loro direzionalità e intensità. Quando si discute di ipoacusia si parla anche di “handicap sociale”, in quanto porta l’ipoacusico a vivere in una “bolla” con difficoltà di comunicazione con altre persone che alla lunga può manifestare anche problemi di natura psicologica, isolamento e disturbi della personalità. Si stima che in Italia ne soffrano circa 7 milioni di individui, appartenenti per lo più alle fasce d’età più avanzate. Secondo il Centro Direzione e Studi Amplifon Italia, la percentuale di crescita di soggetti affetti da ipoacusia è pari al 5%, che si stima possa diventare circa all’8% in futuro.In Italia abbiamo poca conoscenza, in linea generale, delle problematiche relative all’ipoacusia. La coscienza però prende sempre più piede ed offre ampi spazi di approfondimento e di apprendimento dovuti al collegamento con il contagio da Covid-19.