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Oggi l’Italia commemora i 29 anni dalla morte del giudice Paolo Borsellino, alcuni statisti di quel tempo lo definirono: “un attentato al cuore dello Stato”.

Ricordiamo quei tragici eventi: Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre e sua sorella Rita. Alle 16:58 una Fiat 126 imbottita di tritolo, che era parcheggiata sotto l’abitazione della madre, detonò al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Borsellino anche i 5 agenti di scorta Emanuela LoiAgostino CatalanoVincenzo Li MuliWalter Eddie Cosina e Claudio Traina[81].

L’unico sopravvissuto fu l’agente Antonino Vullo, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta. 

Pochi giorni prima di essere ucciso, durante un incontro organizzato dalla rivista MicroMega, così come in un’intervista televisiva con Lamberto Sposini, Borsellino aveva parlato della sua condizione di “condannato a morte”. Sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra e sapeva che difficilmente la mafia si lascia scappare le sue vittime designate.

Il 24 luglio circa 10 000 persone parteciparono ai funerali privati di Borsellino (i familiari rifiutarono il rito di Stato: la moglie Agnese, infatti, accusava il governo di non aver saputo proteggere il marito, e volle una cerimonia privata senza la presenza dei politici), celebrati nella chiesa di Santa Maria Luisa di Marillac, disadorna e periferica, dove il giudice era solito sentir messa, quando poteva, nelle domeniche di festa. 

L’orazione funebre fu pronunciata da Antonino Caponnetto, il vecchio giudice che aveva diretto l’ufficio di Falcone e Borsellino: «Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi». Pochi i politici: il presidente Scalfaro, Francesco CossigaGianfranco FiniClaudio Martelli

Il funerale è commosso e composto, interrotto solo da qualche applauso. Qualche giorno prima, i funerali dei 5 agenti di scorta si erano svolti nella Cattedrale di Palermo, ma all’arrivo dei rappresentanti dello Stato (compreso il neopresidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro), una folla inferocita sfondò la barriera creata dai 4000 agenti chiamati per mantenere l’ordine, mentre la gente, strattonando e spingendo, gridava: “Fuori la mafia dallo Stato”. Il Presidente della Repubblica venne tirato fuori a stento dalla calca, venne spintonato anche il capo della polizia. 

La salma è stata tumulata nel Cimitero di Santa Maria di Gesù a Palermo.

Alla memoria del magistrato italiano furono intitolate numerose scuole e associazioni, nonché (insieme all’amico e collega) l’aeroporto internazionale “Falcone e Borsellino” (ex “Punta Raisi”, Palermo), l’aula principale (aula I) della facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza – Università di Roma e l’aula del consiglio comunale della città di Castellammare di Stabia.

La facoltà universitaria di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia intestò una delle sue aule più suggestive di Palazzo dei Mercanti ai giudici Falcone e Borsellino. Dal 2011, l’aula delle udienze della Corte d’Appello di Trento è dedicata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A Torino il Palazzo di Giustizia si trova tra via Giovanni Falcone e via Paolo Borsellino.

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One Comment

  1. Bravissimo complimenti❤️

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