…in coda la sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari
L’AMBC, aderendo all’appello di Marco Bersani, ha già evidenziato nello scorso comunicato di auguri alla nuova Assessora all’Ambiente del comune di Mondragone il serio pericolo che si corre qualora fosse definitivamente approvato quanto previsto nel recente Ddl Concorrenza con la massiccia privatizzazione dei servizi pubblici locali e con la fine- di fatto– dei nostri Municipi e anche di ciò che resta della democrazia comunale piegata alle mere logiche di mercato http://www.contrastotv.it/mondragone-ambc-il-primo-banco-di-prova-per-la-nuova-assessora-allambiente/. Stiamo seguendo l’Assemblea nazionale dell’ANCI https://www.anci.it/con la speranza che da Parma possa alzarsi un coro unanime di protesta e un fermo NO alla privatizzazione dei nostri Comuni. Ma per ora per quei Sindaci sembrano prevalere più l’esigenza di posizionarsi singolarmente nel dibattito politico nazionale, di accaparrarsi i soldi del PNRR (anche con leggi speciali) o di partecipare all’elezione del Capo dello Stato. Mah! Per contrastare la privatizzazione dei servizi pubblici locali (art. 6 del Ddl Concorrenza), Attac Italia https://www.attac-italia.org/ ha predisposto un testo di Odg da presentare e far approvare nei Consigli Comunali. Un Ordine del giorno che viene messo a disposizione di tutte le realtà interessate, che sono libere di presentarlo a nome proprio e, eventualmente, di adattarlo a seconda delle esigenze specifiche. Attac Italia chiede solo la cortesia di segnalare a segreteria@attac.org i Comuni nei quali verrà presentato e, speriamo, approvato. Il testo ha l’obiettivo di raccogliere il numero massimo possibile di enti locali che chiedano lo stralcio dell’art. 6 dal Ddl Concorrenza. Questo il testo dell’ORDINE DEL GIORNO: “IL CONSIGLIO COMUNALE DI ……premesso che – per servizi pubblici locali si intende l’insieme di attività poste in essere dall’amministrazione pubblica per garantire la soddisfazione in modo continuativo dei bisogni della collettività di riferimento, finalizzato al perseguimento di scopi sociali e di sviluppo della stessa; – tale insieme di attività costituisce un dovere dell’amministrazione pubblica e ne designa la funzione di garanzia dei diritti degli abitanti del territorio di riferimento, ai quali vanno assicurati servizi che siano rispettosi dei principi di qualità, sicurezza, accessibilità, uguaglianza e universalità; considerato che – la crisi prodotta dall’epidemia da Covid-19 ha evidenziato tutti i limiti di una società unicamente regolata dal mercato e ha posto la necessità di ripensare il modello sociale, a partire da una nuova centralità dei territori come luoghi primari di protezione dei beni comuni e di realizzazione di politiche orientate alla giustizia sociale e alla transizione ecologica, e dai Comuni come garanti dei diritti, dei beni comuni e della democrazia di prossimità; visto – l’Art. 6 “Delega in materia di servizi pubblici locali” del Ddl Concorrenza, predisposto dal Governo e all’esame del Parlamento; rilevato che – l’Art. 6 sopra citato interviene direttamente sul ruolo dei Comuni e sulla gestione dei servizi pubblici locali, ed in particolare: * ponendo la materia dei servizi pubblici nell’ambito della competenza esclusiva statale di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera p della Costituzione (par. a) * definendo, nell’ambito delle forme di gestione dei servizi pubblici locali, la modalità dell’autoproduzione da parte dei Comuni come pesantemente condizionata da una serie di adempimenti stringenti nel metodo e nel merito, rendendola di fatto residuale rispetto all’affidamento con gara (par. f-g-h-i) * incentivando, attraverso premialità, il modello “multiutility” di gestione aggregata dei servizi pubblici locali; considerato che – sulla materia della gestione dei servizi pubblici locali, il 12-13 giugno 2011 si è svolto un referendum, attraverso il quale la maggioranza assoluta del popolo italiano si è pronunciata contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali e per la sottrazione degli stessi, a partire dall’acqua, alle dinamiche di profitto; – l’Art.6, oltre a negare la volontà popolare sopra citata, metterebbe in discussione alla base la funzione pubblica e sociale dei Comuni, costringendoli di fatto al ruolo di enti unicamente deputati a mettere sul mercato i servizi pubblici di propria titolarità, con grave pregiudizio dei propri doveri di garanti dei diritti della comunità di riferimento; IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE – a richiedere formalmente lo stralcio dell’art. 6 dal Ddl Concorrenza; – a promuovere, anche in concorso con altri enti locali, l’avvio di una discussione pubblica sul ruolo dei Comuni, dei servizi pubblici, dei beni comuni e della democrazia di prossimità dentro un contesto di ripensamento del modello sociale dettato dalla necessità di affrontare la diseguaglianza sociale e la crisi climatica, evidenziate dalla pandemia; – a inoltrare il presente atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Presidenza della Regione, alla Presidenza della Provincia e alle Presidenze di Anci e Upi, dandone adeguata pubblicizzazione.” L’AMBC si appella ai Consiglieri comunali della provincia di Caserta affinché presentino ed approvino nei propri Consigli comunali questo Odg e si mobilitino per evitare “la fine dei nostri Municipi”. Terminiamo con la tanto attesa sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari, che sono prorogate fino al dicembre 2023 “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere”. “Dal giorno successivo, -ha precisato il Consiglio di Stato– non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza”. Aveva ragione l’AMBC: le determinazioni del Responsabile dell’Area comunale competente e la successiva delibera della Giunta Pacifico di proroga al 2033 delle concessioni balneari a Mondragone erano e sono illegittime! Per il Consiglio di Stato il confronto concorrenziale, oltre a essere imposto dal diritto Ue, “è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero e una correlata offerta di servizi pubblici più efficiente e di migliore qualità e sicurezza, potendo contribuire in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessità”.