Il ruolo del sindaco in quanto “autorità di sicurezza” non si esaurisce –ovviamente– con l’emanazione di qualche ordinanza o con il potenziamento della polizia locale, ma si esplica attraverso un progetto di sicurezza urbana e, soprattutto, la creazione di una cultura della responsabilità comune, in grado di corresponsabilizzare la comunità sociale e di tenere assieme il diritto del lavoro con quello della salute, il diritto al divertimento con quello del decoro e della quiete pubblica. Anche attraverso azioni repressive. Due esempi lampanti. Siamo dei “campioni” nell’“arte” dei fuochi d’artificio (così dicono) e anche chi lavora nei fuochi pirotecnici ha diritto di lavorare e di assicurarsi con dignità il proprio sostentamento. E, quindi, passi la pratica di sparare fuochi pirotecnici durante le feste religiose (pratica che andrebbe comunque – a nostro avviso- superata in favore di altre manifestazioni di festa e giubilo). Ma dover essere quotidianamente “bombardati” da “stese di fuochi d’artificio” non è più tollerabile (pratica che ci dicono in atto in tanti comuni casertani e campani senza che nessuna Istituzione preposta al rispetto della legge muova un dito). E anche il sindaco più distratto di questo mondo si sarà accorto che – purtroppo– della sua ordinanza se ne sbattono altamente. Quindi, occorre che agisca attraverso le forze dell’ordine per far rispettare la sua ordinanza, pretendendo che si eserciti il necessario controllo e si faccia cessare immediatamente questo andazzo ad ogni ora della sera. Ne va della sua credibilità e di quella delle istituzioni. I fuochi d’artificio hanno effetti negativi sull’ambiente per l’emissione di polveri sottili e, quindi, sull’uomo, nonché devastanti sugli animali letteralmente terrorizzati dai rumori. Gli animali infatti hanno un udito più sviluppato di quello umano e i botti scatenano in loro paura e panico inducendoli a reazioni incontrollate e pericolose. Il diritto di festeggiare e quello dei lavoratori del settore (diritti sacrosanti ma minoritari) non possono quindi sovrastare ed essere esercitati a discapito del diritto alla salute e alla quiete di tutti i cittadini e calpestare impunemente un’ordinanza sindacale (la legge), riducendo Mondragone al “paese di Pulicenella”! Secondo esempio. Tutti hanno il sacrosanto diritto di lavorare, ma senza arrecare fastidi e disagi agli altri cittadini, che quasi sempre non sanno a chi santo votarsi per farsi tutelare. È il caso di un cittadino costretto a prendere carta e penna e a scrivere al sindaco. Lettera che riportiamo integralmente: “Sono un cittadino di Mondragone che ha la propria residenza a ridosso del lungomare, la mia abitazione si trova a confine con il sito dove Lei ha autorizzato la vendita di alimenti e bevande a commercianti con mezzi mobili (paninari). A Lei in qualità di prima autorità Sanitaria del Comune di Mondragone, espongo alcune criticità in merito. Il servizio in oggetto viene svolto prettamente nei periodi estivi e serali, fino a notte inoltrata, avendo io e la mia famiglia residenza in v.le Italia mi trovo in linea di confine proprio dove viene espletato il servizio di cottura degli alimenti. Le ricordo che quando il servizio di cottura di prodotti alimentari siano preparati all’aperto e a ridosso di civili abitazioni, lo stesso deve possedere le seguenti caratteristiche igienico-sanitarie: -cappe di adeguata potenza per il convogliamento dei fumi e vapori; -l’altezza della canna fumaria della cappa in relazione alle abitazioni che si trovino entro 10metri di distanza ( e ve ne sono ) deve superare di 1 metro il colmo del tetto confinante; – servizi igienici ad uso dei clienti, mobili e dotati di lavello con acqua corrente, sapone liquido e asciugamani monouso; -eventuali bombole a gas ad una distanza di sicurezza prevista dalla normativa; allacciamento alla rete idrica comunale (qualora non fosse possibile, il rifornimento deve avvenire da un fornitore autorizzato); -scarichi delle acque reflue allacciati alla rete fognaria comunale o raccolti e trasformati chimicamente. Ebbene caro Sindaco, quanto da me esposto sono i minimi criteri igienico-sanitari da rispettare, quando ciò non viene predisposto dai preposti alla vendita, e NON VENGONO PREDISPOSTI, comporta un disagio alla mia e a tutte le famiglie confinanti al sito in questione, in quanto la notte, nonostante il caldo estivo, siamo costretti a chiudere tutte le finestre per i fumi e i forti odori, spesso sgradevoli, emessi. Le ricordo che a tal proposito Le è stata inviata una petizione di firme che evidenziava le medesime problematiche ma a quanto pare, non è stata presa in considerazione. È suo dovere, se non obbligo, far sì che i preposti rispettino le norme igienico sanitarie basilari previste dalla legge in quanto Lei è il garante della salute pubblica. Con la presente La saluto con la certezza che si attiverà nel merito”. Certezza ad oggi vanificata: sia la petizione che la lettera (equilibrata e competente) non hanno avuto riscontro alcuno. Mondragone, il paese di Pulicenella. Perepè perepè perepè.