Anche il Ponte Romano sarà chiuso al transito pedonale e veicolare. Anche per l’infrastruttura fluviale, alla cui estremità si ergono imponenti le basi delle “Torri di Federico”, è giunto il tempo delle indagini e dei rilievi prodromici alla sua messa in sicurezza. A partire dalla mattinata di oggi, la città di Capua si incammina verso una fase emergenziale. Interdetti alla circolazione i due ponti sul Volturno, la Regina del Volturno resterà divisa – speriamo per poco tempo – e spaccata in due nuclei urbani, raggiungibili solo attraversando territori di altri Comuni (Bellona, Grazzanise, Santa Maria La Fossa). I disagi per cittadini, imprenditori e commercianti saranno considerevoli. Se ne è parlato nella riunione di ieri sera in Prefettura, alla presenza delle competenti rappresentanze istituzionali. Il sindaco neoeletto della città di Capua Adolfo Villani lascia in un post un drammatico appello per attenzionare il problema. “Questa – ha scritto il primo cittadino – è una emergenza vera. Lo Stato ci aiuti subito e Capua resti unita. Stamane si va verso la chiusura dell’unico ponte che collega la parte Nord con quella Sud della città ma si chiude anche quella che per secoli è stata “la porta del Mezzogiorno”. Entrando nel merito della questione, ha poi chiarito che “i risultati del sopralluogo e delle prime indagini condotte nella mattinata di ieri dall’ingegnere del Comune Francesco Greco con l’ausilio dei due tecnici che hanno già seguito le campagne di indagine e progettato gli interventi sul ponte nuovo, Saturnino Di Benedetto e Michele Contaldo, non lasciano altra scelta. Il primo dovere è quello di tutelare la pubblica incolumità. Non appena nel pomeriggio di ieri ho visionato le foto scattate alla struttura e ascoltato il parere dei tecnici, ho immediatamente chiesto un vertice in prefettura che è stato prontamente convocato alle 18.30 e ha visto anche la partecipazione della Amministrazione Provinciale, del Genio Civile, della Questura, della Polizia Stradale, del Vigili del Fuoco. Con la Prefettura abbiamo informato la protezione civile regionale e la giunta regionale della Campania. Nella riunione ho chiesto non solo di accelerare tutte le iniziative necessarie per avere il dissequestro temporaneo e avviare i lavori di messa in sicurezza del ponte nuovo ma anche l’attivazione di tutti gli enti deputati ad intervenire per governare fin da subito l’impatto che avranno la chiusura temporanea del ponte – necessaria per approfondire la conoscenza dello stato reale della infrastruttura – e le ulteriori decisioni che ne deriveranno. Questa è dunque una vera emergenza che richiede anche l’intervento del Genio Militare per realizzare in tempi brevi strutture provvisorie di collegamento tra le due sponde del Volturno. Come ho detto ieri in prefettura nella mia vita ho sempre creduto nel ruolo primario dello Stato ma solo ora potrò verificare da vicino quale effettivamente sia oggi la sua capacità di rispondere alle esigenze vitali della comunità. Come cittadini di Capua vivremo giorni molto difficili. Sarà la crisi più grave dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. La città è spaccata in due e questo avrà conseguenze enormi sia per le nostre famiglie che per le attività economiche. È una emergenza che richiede nervi saldi e soprattutto una grande capacità e determinazione a restare uniti. Non è il momento del conflitto politico e tantomeno delle polemiche. Ieri al ritorno dalla Prefettura ho convocato una riunione con i capigruppo di tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale, sia di maggioranza che di opposizione per informare della situazione. Stamane vedrò anche Fernando Brogna che è stato il mio avversario in campagna elettorale. A tutti ripeto che l’unità di tutta la città è il bene primario da preservare per uscire nel modo migliore da questa fase estremamente difficile. Bisogna lavorare tutti insieme per predisporre con l’aiuto dello Stato tutte le misure necessarie per alleviare nell’immediato i disagi dei cittadini e promuovere la rinascita della nostra città”. Resta da chiedersi, però, cosa sia successo in poco più di due anni quando sull’infrastruttura fluviale, proprio in conseguenza della chiusura del Ponte Nuovo, furono eseguiti rilievi che invece decretarono l’agibilità – almeno per i veicoli con massa a pieno carico inferiore alle 3,5 tonnellate – al transito delle auto e dei pedoni. Si parla adesso di problemi strutturali e non delle condizioni degli argini, che pure potrebbero incidere sua tenuta statica del ponte. A questo punto, si controlli tutti e si faccia presto. La città chiede e pretende una soluzione immediata dallo Stato. Perché di problema nazionale stiamo parlando!!!