Capua è una citta unica, in quanto oltre ad essere ricca di importanti monumenti, reca infisse nelle sue mura importanti vestigia del passato, quali innumerevoli cippi risalenti all’antica Roma. Oltre quelle, la cittadina annovera un primato raramente riscontrabile in un altro storico contesto: un antico reperto è finanche parte del basolato cittadino della via del Seminario Campano. Se si guarda con attenzione il manto stradale di quella arteria, proprio all’altezza della Piazza San Roberto Bellarmino e della chiesa di Montevergine e del Seminario, si potrà notare un masso di granito bianco, di forma rettangolare di circa 30 per 50 centimetri di lato, infisso tra gli altri elementi del basolato, recante incisa la scritta “POTES”.
Si può presumere che lo stesso provenga dalla (quasi) contigua chiesa di San Leucio, un tempo esistente in quel luogo, di cui restano ben visibili soltanto i ruderi, tra cui alcune colonne, dalla cui predisposizione e perimetrazione è dato supporre che fosse di piccole dimensioni. La chiesetta in questione fu abbattuta durante il bombardamento del 9 settembre del 1943.
Francesco Granata, nell’opera “Storia sacra della chiesa metropolitana di Capua” annotava che “a noi però non è riuscito poter trovare altro, che il più antico Abbate, e Rettore di codesta Chiesa, edificata nella Nuova Capua sia stato un tal Roberto nell’anno 1116”. Il breve riferimento a quanto registrato dal Granata è servito per addivenire ad un rifermento di ordine temporale certo, ovvero l’anno 1116. Poiché la chiesa è andata distrutta nel 1943 è presumibile, con ragionevole certezza, che il masso di granito collocato nella sede stradale provenga da essa e che retrodati all’incirca a quell’anno. Quindi è verosimile che la scritta “POTES” risalga a quell’epoca. Essa significa “Tu puoi”, ma anche “tu vali” oppure “tu sei capace”. Considerata la ridotta dimensione del luogo sacro, desumibile, come dianzi osservato, soprattutto dalla conformazione delle sussistenti vestigia, possiamo pensare che il reperto de quo occupasse uno spazio importante in quella costruzione e che volesse rappresentare un messaggio di significativa valenza per i fedeli, ovvero un’esortazione “Al fare”, in relazione alle proprie possibilità di agire. Quel verosimile invito al poter fare un qualcosa di utile ci ha ricordato che qualche decina di anni addietro, in alcune campagne elettorali, soprattutto all’estero, fu usato ugualmente il verbo “potere”, però con un diverso intendimento. Molti ricorderanno che Barack Obama impiegò lo slogan “Yes, we can” (Sì, noi possiamo) nella campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti. Si trattò di un espediente davvero suggestivo e trascinante per il suo successo mediatico. In Spagna, quasi a seguire, nacque il partito politico dei “Podemos” (Noi possiamo). Orbene, quel messaggio elettorale (in diversa lingua, ma con analoga formulazione e target mediatico) ebbe molto successo, poiché faceva intravedere nei potenziali elettori la possibilità di un generale miglioramento sociale al solo condividerlo. Quel “Noi possiamo” sembrava dare concretezza a tutti i possibili sogni dell’elettorato, mercé, però, la delega al candidato indicato, ovvero ad una terza persona. La parola “POTES”, incisa in quel masso inserito nel manto stradale e quasi ignorato da quanti lo calpestano, veicola, invece, un messaggio di tutt’altro contenuto, ovvero l’esortazione ad avere fiducia in se stessi e nel “poter fare” qualsiasi cosa, volendolo fortemente e, soprattutto, col proprio personale sacrificio. Forse abbiamo fantasticato, ma potremmo aver avuta la giusta intuizione. Di certo, possiamo solo dire che quel reperto di quasi mille anni, irritualmente conservato, potrebbe trovare una giusta collocazione nel Museo Provinciale Campano, anziché rimanere esposto alle inclemenze meteorologiche ed all’usura del traffico stradale che da sempre l’oltraggia. Bella e condivisibile l’idea del museo all’aperto, tenuto conto delle numerose vestigia infisse negli antichi palazzi di Capua, ma un reperto archeologico esposto ancora interrato non si è mai visto.