Il 2 Ottobre del 1998 nella frazione di Profeti del comune di Liberi in provincia di Caserta, svanì nel nulla Maria Cirillo, un’ottantaseienne del luogo. L’anziana donna era abituata a piccole passeggiate mattutine nei boschi del Monte Maggiore e conosceva profondamente il territorio. Alle ricerche, dirette dai Carabinieri della caserma di Capua e dalla protezione civile di Pietramelara, parteciparono numerosi volontari e comuni civili, ai quali si aggiunsero molti cacciatori, veri conoscitori del territorio. Dopo quattro mesi di ricerche, venne ritrovato, adagiato sul terreno boschivo, un teschio umano completamente pulito, lucido e scarnificato, senza nessuna traccia di terriccio, vegetazione e altre macchie ed imperfezioni dovute ad agenti atmosferici naturali del luogo. Il cranio venne ritrovato in una zona già battuta in precedenza con unità cinofile, come se fosse stato posto nella zona in un secondo momento dopo essere stato conservato e lavorato. Alcuni giorni più tardi, venne ritrovato il corpo della donna, non molto distante dal ritrovamento del teschio. Il cadavere si trovava in stato di decomposizione in posizione supina e coperto da fogliame e rami secchi. I dettagli macabri dei resti della donna lasciarono poco spazio ad interpretazioni: si era innanzi ad una morte violenta e non naturale come si presagiva. Questa vicenda scosse le piccole comunità alle pendici del Monte Maggiore, oltre che porre gli inquirenti davanti ad un oscuro mistero in una zona da sempre tranquilla e riservata.
Continua…