I Carabinieri Forestale appartenenti al Gruppo di Caserta, al NIPAAF di Caserta ed alla Stazione Carabinieri Forestale di Marcianise, nel corso di una verifica sulla regolarità di produzione e commercializzazione dei formaggi freschi a pasta filata, nonché sulla tracciabilità del latte utilizzato nelle produzioni, in un noto caseificio di Santa Maria Capua Vetere (CE), hanno disvelato l’esistenza di una frode nell’esercizio del commercio attraverso una verifica di rintracciabilità della produzione delle mozzarelle esposte per la vendita al dettaglio, la quale ha evidenziato una difformità tra la composizione del prodotto preparato rispetto a quello pubblicizzato sulla vetrina e quello dichiarato sull’etichetta presente sugli incarti utilizzati per il confezionamento.
In particolare il prodotto come pubblicizzato doveva possedere una prevalenza dell’ingrediente latte di bufala rispetto al latte vaccino mentre la relativa scheda HACCP di lavorazione e di approvvigionamento ha, invece, evidenziato una netta prevalenza del latte vaccino rispetto a quello più pregiato di latte di bufala. Inoltre, l’esame delle schede di lavorazione dei giorni precedenti ha, altresì, evidenziato che tale condotta fraudolenta era reiterata nel tempo.
La riproposizione di detta condotta nel tempo ha consentito al caseificio di conseguire un ingente illecito profitto in quanto il latte vaccino ha un costo di approvvigionamento nettamente inferiore rispetto a quello di latte di bufala, nonché ha arrecato un danno sia agli inconsapevoli consumatori sulle qualità e caratteristiche organolettiche del prodotto acquistato sia agli operatori virtuosi che producono analogo prodotto nel rispetto delle regole e della legalità del libero mercato.
Sussistendo l’ipotesi del reato di frode nell’esercizio del commercio i predetti militari hanno proceduto al sequestro preventivo di tutto il prodotto mozzarella esposto per la commercializzazione presso il punto vendita, per un quantitativo complessivo di circa 128 kg circa, nonché al sequestro probatorio degli esemplari degli incarti utilizzati per il confezionamento e le documentazioni contabili utilizzate per addivenire alla rintracciabilità della produzione, deferendo in stato di libertà il legale rappresentante della società esercente l’attività casearia.
Corre l’obbligo precisare che nessun pericolo e/o rischio sanitario è stato ravvisato nella fase di produzione delle mozzarelle oggetto di sequestro in quanto per la loro produzione sono state utilizzate idonee materie prime risultate regolarmente tracciate ma impiegate nella fase di trasformazione in un rapporto percentuale diverso rispetto a quello dichiarato in etichetta.