Quanti consultano la “Guida d’Italia, Campania, del Touring Club Italiano” hanno la possibilità di conoscere molte cose sulle opere d’arte di insigni artisti del XVIII secolo che abbelliscono le navate dell’imponente Chiesa dell’Annunziata. In particolare si legge che “nelle navate si trovano 10 magnifici altari barocchi in marmi policromi” e che sopra di essi erano posti dei quadri che “nel 1980” erano ancora in restauro e “che dovrebbero essere ricollocati ai loro posti rispettivi” e che quella riportata nella preziosa guida “si riferisce alla situazione precedente”. I quadri in questione sono stati restaurati da tempo, ma non è stata posta nei pressi di essi alcun quadretto esplicativo, circa l’opera esposta ed il relativo autore. Presupponendo che le stesse siano state ricollocate nel medesimo ordine riportato in quella che possiamo definire la “Bibbia del turista”, ritenendo di fare cosa gradita, per supplire alla rilevata mancanza delle doverose informazioni, trascriviamo quanto in essa annotato: “Nella navata destra, al primo altare, Madonna di Costantinopoli di Antonio Sarnelli (1754); secondo altare, Sacra Famiglia di Alessio d’Elia (1754); terzo altare, Ss. Cosma e Damiano di Sebastiano Conca; quarto altare, Santa Lucia dello steso artista (1755). All’altare del transetto destro, Visitazione, attribuita a Paolo De Maio. ….. Nella parete di fondo, Annunciazione, grandiosa scena col Padre Eterno nell’alto e molti angeli, quadro di ignoto autore; nel transetto sinistro, Nozze di Cana, di ignoto napoletano del ‘700”. La guida di cui in menzione riporta ulteriori notizie, che si omettono di trascrivere per ragione di spazio, relative ai 39 quadri che decoravano il soffitto gravemente danneggiato nel corso dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Di anch’essi, che alla data del 1980 erano ancora oggetto di restauro, veniva indicata l’esatta dislocazione, la loro denominazione ed i relativi autori. In passato, almeno sotto i quadri che adornavano gli altari delle navate, risultavano apposte delle targhe che consentivano di conoscere le notizie di interesse che li riguardavano. Attualmente i visitatori dell’imponente chiesa hanno la possibilità di ammirare i quadri senza, però, conoscere alcunché del soggetto dipinto e degli autori, tutti, tra l’altro, molto noti agli esperti di opere d’arte. Giova ricordare che la professoressa Daniela De Rosa, in un recente numero di Block Notes, ha pubblicato un articolo su “Le settecentesche tele della Chiesa dell’Annunziata”, nel quale ha compendiosamente illustrato tutte le opere d’arte colà esposte, con un breve ma esaustivo commento sulle stesse e sui loro autori. Un esperto è in grado di individuare quell’immenso patrimonio di dipinti tardo-barocchi, senza l’ausilio di un’apposita legenda. I profani, come in genere sono quanti visitano quella chiesa monumentale, non hanno, però, un analogo talento, per cui non restano arricchiti dalla visione dei capolavori della pittura napoletana del secondo Settecento. Tutto sommato basterebbe corredare i dipinti di poche notizie per dargli maggiore lustro, soddisfacendo, nel contempo, le eventuali esigenze conoscitive dell’utenza che è particolarmente attratta dalla storia della Chiesa dell’Annunziata e dai suoi tesori artistici.