La festa della Donna, un giorno molto importante: è il ricordo delle conquiste politiche, sociali ed economiche del genere femminile a livello internazionale. E come omaggiarle nella mia rubrica se non citando alcune delle tantissime donne che hanno sostenuto e salvato gli animali ?
Inizio da “Jill Robinson”, la donna che ha combattuto contro la crudeltà sugli orsi. Jill Robinson, fondatrice di Animals Asia nel 1998, vide per la prima volta una femmina di orso della luna incatenata in una gabbia arrugginita in Cina. Una scena che la devastò, così con la sua Animals Asia ha iniziato a dare una seconda vita a questi animali che vengono imprigionati per estrarne la bile tanto ricercata dal mercato della medicina tradizionale asiatica. Quattro anni dopo l’incontro con l’orsa HONG ( così decise di chiamarla ), ha creato due santuari in Vietnam e in Cina e firmato nel 2017 un accordo con l’amministrazione forestale vietnamita per porre fine alla produzione di bile entro il 2020.Jill ha salvato oltre 600 esemplari di orsi che ora vivono felicemente reintrodotti in natura, e questo grazie all’amore di Hong.
Poi c’è “Gill Dalley” e la sua lotta per i cani, che dopo il suo viaggio di nozze a Phuket nel ‘96, decide nel 2004 di trasferirsi proprio in quest’isola per dedicarsi alla battaglia contro il randagismo e il commercio di carne di cane, che nel sud est asiatico fa milioni di vittime ogni anno per imbandire le tavole dei ristoranti tradizionali.Fonda insieme a Margot Homburg la Soi Dog Foundation ma un giorno fino nel tentativo di salvare un cane dall’affogamento, contrae una rara forma di setticemia e sei settimane di coma le vengono amputate entrambe le gambe. Ma lei non molla. Poi il 2004, l’anno dello tsunami che sconvolge l’Asia e fa migliaia di morti. La Soi Dog salva centinaia di animali feriti e si trasforma in una grande realtà umanitaria riconosciuta da tutto il mondo.Riesce a sterilizzare più di 150 mila cani e gatti e prima di morire Gill, a causa di un cancro feroce nel Febbraio del 2017, riesce ad inaugurare il più grande ospedale veterinario dell’Asia dove gli animali vengono curati gratuitamente in una struttura di assoluta eccellenza e che, in ricordo della sua forza e determinazione, porta il suo nome.
Ed ancora “Dian Fossey”, il coraggio di una grande donna che tutti ricordano essere stata interpretata da Sigourney Weaver nell’indimenticabile Gorilla nella nebbia.
Fu uccisa il 26 dicembre 1985 pagando con la vita la sua lotta per la difesa dei gorilla di montagna. Il suo assassino rimane ancora sconosciuto, anche se il movente dell’omicidio sembra rimandare al traffico di animali selvatici gestito dai bracconieri al quale si era opposta con fermezza e coraggio per tutta la vita. Nel 1967 istituì il Karisoke Research Center sulle montagne del Virunga in Ruanda, dove trasformò l’osservazione dei suoi amati gorilla nello studio scientifico sugli animali più lungo che sia mai stato realizzato. «Ho imparato ad accettare i gorilla alle loro condizioni – diceva – e a non spingerli mai oltre i diversi livelli di tolleranza che erano disposti a dare. Ogni osservatore è un intruso nel dominio di un animale selvatico e deve ricordare che i diritti di quell’animale sostituiscono gli interessi umani».
Poi è la volta di “Jane Goodall “, una scienziata tra gli scimpanzé. Anche lei affascinata da questi esemplari negli anni ’60, a 26 anni, sbarca in Africa. Erano gli stessi anni in cui la Fossey studiava i suoi gorilla e infatti le due si incontrarono perché Dian, appena arrivata, volle conoscerla per documentarsi sui suoi metodi di ricerca. Ed è grazie ai 60 anni di studi che la Goodall dedica agli scimpanzè che abitavano la foresta di Gombe che il mondo impara a conoscere una specie praticamente ancora sconosciuta. La sua scoperta della capacità degli scimpanzè di utilizzare gli strumenti, eleva la Goodall al rango di grandissima scienziata. Oggi ad ogni sua conferenza, viene accolta come una rockstar per sostenere e continuare il lavoro di protezione del suo Jane Goodall Institute.
Le storie continuano con “Daphne Marjorie Sheldrick”. La sua invece è stata una vita dedicata completamente dedicata agli elefanti e soprattutto ai cuccioli orfani a causa del bracconaggio. Nel 1977 fondò, il David Sheldrick Wildlife Trust a Nairobi, in Kenya che, ad oggi, ha già salvato oltre 240 elefanti orfani, di cui 150 reintegrati in natura. Ma la cosa più importante è che sono 31 i nuovi cuccioli di elefanti nati da esemplari tornati in libertà. Una grande vittoria per l’Africa. Dafne, metà britannica e metà africana, ha praticamente inventato e fatto crescere, in oltre quarant’anni di attività, un metodo di salvataggio dei piccoli elefanti scampati ai bracconieri che si avvale dell’aiuto di unità mobili veterinarie e di sorveglianza aerea. L’allattamento dei cuccioli è stato la sua ossessione fino alla sua morte nel 2018. Per anni ha cercato la formula “magica” del latte che sostituisse quello della madre ormai morta e che i cuccioli potessero digerire. Ci è riuscita, garantendogli in questo modo la sopravvivenza e la crescita. Ora la sua eredità è nelle mani della figlia Angela che, insieme al marito e ai due figli, continua il suo lavoro in Africa.
E termino con l’ultima storia, quella di “Sangduen «Lek» Chailert “, contro le torture del turismo. Il Time Magazine l’ha nominata «Eroe dell’Asia» nel 2005. La Ford Foundation l’ha proclamata «Eroe del pianeta» oltre dieci anni fa. Sangduen «Lek» Chailert, nata nel nord della Thailandia nel 1962, ha dedicato tutta la sua vita agli elefanti e per loro ha aperto l’Elephant Nature Park che ha definito «la mia missione», creando una casa dove potessero sentirsi al sicuro, ricevere amore e stare lontano dagli abusi. Vedere il modo in cui venivano torturati durante gli addestramenti per trasformarli in attrazioni turistiche, aveva scatenato in Lek il desiderio di salvarli. Ora, osservando l’empatia che la lega ai cuccioli di pachiderma che accudisce personalmente, qualcuno l’ha chiamata «la donne che sussurra agli elefanti».
Quante altre ancora sarebbero da citare, davvero tante, ed è per questo che oggi voglio soltanto omaggiare e ringraziare ogni singola donna che ha salvato o che continua a salvare gli animali. Ma il mio augurio va a tutte le donne, che sono la forza meravigliosa di questo mondo.