Ieri pomeriggio, si è tenuta presso la “Masseria Don Giuanne” una passeggiata storica, organizzata dall’Associazione Carmine Adamo, per porre l’accento sulle origini antichissime di questo primissimo insediamento nell’area di San Marcellino.
A dare il benvenuto alle decine di persone presenti all’evento, è stato il Prof. Ettore Cantile, presidente del sodalizio, il quale ha spiegato il motivo di questa iniziativa, dopodiché ha subito dato la parola ad un illustre storico dell’arte il Prof. Luigi Fusco.
Lo stesso Prof. Fusco, stando ad alcuni studi fatti, ha evidenziato che il territorio di San Marcellino si è formato intorno al VI° Sec. d.c. dando vita al “Villaggio Tre Torri”. La funzione di queste tre torri aveva una finalità di avvistamento e di protezione dei terreni, in quanto da un lato si temeva l’avanzata dei “Saraceni e dall’altra l’avanzata dei “Longobardi”. Lo storico ha poi specificato che una delle tre torri sorgeva dove ora si trova il Palazzo Ducale, centro del paese di San Marcellino, mentre un’altra si ergeva nelle immediate vicinanze della “masseria Dongiacomo. In merito alla terza torre, si ipotizza che fosse la Masseria “Don Giuanne”, con un appezzamento terriero di 32 moggi.
La straordinaria forma architettonica della masseria, con un corpo centrale allungato verso l’alto, consente di scorgere sulla sommità tutta la piana casertana e quella napoletana. Le finestre del corpo centrale richiamano le “Trifore” di età medievale, e quelle del corpo laterale aspetti storici risalenti ad epoca romanica-benedettina.
Un altro punto importante è la raffigurazione, sul corpo centrale della masseria, della S.S. Vergine del Rosario, su maioliche dell’800.
La masseria si eleva su due piani, al primo dei quali c’erano le camere da letto con le volte interamente affrescate. Al secondo piano c’era il soggiorno che dava affaccio sulla piana casertana, costituendo altresì punto di avvistamento. Accanto alla masseria c’era il fienile, con pianta ottagonale, un vero e proprio gioiello a quel tempo.
Nel corso del pomeriggio culturale, Ettore Cantile, ha fatto emergere anche un aspetto “esoterico” della masseria. Si narra che il 27 Marzo del 1945, in piena seconda guerra mondiale, la masseria fosse frequentata da un certo “Ceppone”, un bracciante della tenuta, ma per cause naturali morì all’interno di essa. Alcuni testimoni e studiosi di fenomeni paranormali hanno ascoltato alcuni lamenti, abbastanza chiari, di un uomo, che provenivano dalle cantine sottostanti la tenuta. Altra testimonianza viene da una ragazza che studia fenomeni esoterici, la quale ha visto una donna con abiti settecenteschi aggirarsi nei campi intorno la masseria Don Giuanne.
Cantile ha poi rimarcato l’importanza della scoperta, nella speranza che “la vera civiltà sanmarcellinese venga attenzionata e valorizzata dagli organi preposti, affinché non si perdano le tracce della cultura del territorio”.