Capua, CULTURA, EVASIONE CULTURALE A KM0

CAPUA- MUSEO CAMPANO: PRESENTAZIONE DEL SETTIMO VOLUME DEGLI ANNALI DEL MUSEO CAMPANO

Oggi, 23 ottobre, con inizio alle ore 10,30, presso il Museo Campano, nella sala Liani, ha avuto luogo la presentazione del settimo volume degli “Annali del Museo Campano di Capua”. Il saluto ai convenuti è stato dato da Don Giuseppe Centore che ha brevemente intrattenuto l’affollato uditorio anche sulla storia della stessa sala Liani, ove sono concentrati gran parte dei dipinti del Liani, a cui è dedicata, per l’appunto, la bellissima sala dei convegni. Il volume è stato introdotto dal Prof. Arch. Pasquale Argenziano che, con dovizia di particolari, ne ha illustrato il contenuto, tra cui i capitoli dedicati alla “Capua etrusca”, alla “Tabula capuana” e ad altre interessanti tematiche afferenti alle ricchezze archeologiche ed artistiche del territorio capuano. Ha successivamente preso la parola la dott.ssa Amalia Galeone che, tra l’altro, ha illustrato a lungo le opere di Jhoan Cingeri, tra cui il quadro della “Gloria di Santa Maria Maddalena dei Pazzi”, del 1754, custodito nel Museo Campano. Siccome era poco noto il percorso artistico di Giovanni Cingeri, a seguito di accurate ricerche, lo ha ricostruito con puntuale precisione. Infatti, in alcune chiese calabresi, a seguito di alcuni restauri, sono state rinvenute ben sei pale attribuibili al Cingeri. Ciò sulla scorta di ravvisati riscontri stilistici. La Galeone annota nel suo lavoro che “Probabilmente la fama del pittore presso l’ordine carmelitano fu sancita dalla pubblicazione del <Ristretto di Vita dell’estatica Vergine S. M. Maddalena de Pazzi dell’ordine carmelitano>”, testo sulla cui copertina è riportata una incisione calcografica in tutto e per tutto identica al dipinto conservato nel Museo Campano. I lavori sono stati brillantemente moderati dal dott. Francesco Chianese che è anche autore del capitolo concernente “La Tabula Capuana”. A conclusione del convegno Don Giuseppe Centore ha preso ancora una volta la parola, non solo per congedare e ringraziare i numerosi convenuti, ma anche per illustrare il Museo Campano e le notevoli bellezze che custodisce, non mancando di dolersi della grave carenza di personale, ridottosi a sole quattro unità, al momento ausiliate da valenti e laboriosi volontari, peraltro pure molto competenti in materia.

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