Capua, POLITICA

EDITORIALE. COMMEDIA ALLA “CAPUANA”, LA VENDETTA PARTE II

La stavamo proprio aspettando la risposta dei quattro consiglieri di maggioranza che, a settembre, hanno contribuito alla debacle dell’amministrazione Branco. Il primo cittadino, con un video divulgato sui social, aveva definito “vili” gli ex sostenitori, firmatari – insieme ai colleghi di opposizione – dell’atto di sfiducia che, di fatto, ha decretato la fine dell’ultima consiliatura. Leggendo alcuni passi della nota stampa divulgata dagli impazienti consiglieri, non possiamo che sgranare gli occhi quando leggiamo che non c’è traccia della rendicontazione degli eventi natalizi del 2019 e della “Nuttata” dell’Immacolata. Ovviamente, c’è massima disponibilità a consentire chiarimenti, anche in merito alla presenza di presunti creditori ancora in attesa del pagamento previsto per le maestranze. Restiamo oltremodo basiti pure quando apprendiamo che non ci sono neppure i canonici ottomila euro per il Carnevale. Lo dicono quelli chiamati “Vili’, che adesso si stanno togliendo qualche sassolino dalle scarpe. Hanno criticato la scelta di un direttore per l’esecuzione degli obblighi derivanti dal contratto relativo alla gestione dei rifiuti (cioè un controllore), nominato – con un compenso di oltre novemila euro – a pochi mesi dalla scadenza del contratto medesimo. Pure a noi è sembrata “na strunzata” e lo avevamo detto prima di tutti. Smentiscono i quattro consiglieri ogni forma di condivisione pure sul Puc, rispetto al quale le forze politiche sono state poco coinvolte. Non le mandano a dire, a partire dai fondi persi per le strutture sportive fino ad arrivare ai progetti di cui è rimasta traccia solo nel ricordo delle parole pronunciate in campagna elettorale, paletto docet. Anche la chimera dell’ospedale sammaritano, che dovrà nascere tra la città del Foro e la Regina del Volturno, sembra aver visto – a detta dei contestatori – una subalterna compartecipazione istituzionale capuana. C’è poi il risanamento dei conti comunali che, contrariamente a quanto asserito dal primo cittadino, è riconducibile – secondo i quattro – all’attività dell’Osl e dei dirigenti comunali. Ma allora, la domanda nasce spontanea. Chi avrà ragione? Lasciamo ai posteri, e soprattutto alle urne, l’ardua sentenza.

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