Capua, CRONACA

EDITORIALE. PETER CAPUAN E L’ISOLA CHE NON C’È

A spasso nel variegato mondo della monnezza capuana, esplorando dimensioni spazio temporali ormai note, in un mondo in cui i cattivi sversano impunemente rifiuti senza che a qualcuno quelle deplorevoli azioni suscitino qualche vago sentimento di disgusto, viene pure da chiedersi che fine abbia fatto l’isola ecologica. L’eterno bambino “Peter Capuan” si perde tra cumuli di immondizia e qualche dubbio sull’”Isola che con c’è”, quella che per coordinate astrali dovrebbe trovarsi in via Lazzaro di Raimo, gli sovviene alla mente. In quel trambusto mattutino, nel viavai di camion della nettezza urbana provenienti chissà da dove e diretti verso pianeti inesplorati, Peter Capuan – che ha seguito l’evolversi della accadimenti di quella terra fantastica che dovrebbe essere punto di forza nella gestione ecologica della nettezza urbana – si perde in qualche pensiero impuro. Che stiano utilizzando la piattaforma ambientale per altre finalità? Qualche dubbio resta. Eppure, il complesso – in stato di degrado e di fatiscenza – non presenta proprio l’atmosfera magica e favolesca dell’Isola Ecologica. La ditta che gestisce la raccolta differenziata dei rifiuti in territorio capuano e lo stesso Comune qualche spiegazione dovrebbe darla. La piattaforma ecologica in via Lazzaro di Raimo, costantemente circondata dai rifiuti, è operativa in base alle finalità per cui è stata realizzata? Non si sa se in quella struttura è possibile conferire. E Peter Capuan, indeciso, attende lumi dagli “Uncini” preposti.

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