Un interessante progetto di inclusione è stato realizzato dalla cooperativa “Città Irene” che, sotto la guida del presidente Savino Compagnone, ha ideato ed organizzato un laboratorio di musica sperimentale, in cui i protagonisti sono proprio i rifugiati e i richiedenti asilo ospitati in città. Nell’ambito dei servizi di accoglienza ed integrazione (progetti SAI) del Ministero dell’Interno, ai quali la stessa cooperativa ha aderito nel 2014, i promotori dell’iniziativa hanno strutturato un corso musicale attraverso il quale i discenti, molto attenti ed entusiasti dell’opportunità offerta, hanno modo di apprendere le nozioni teoriche e di esprimersi contestualmente attraverso i canti della loro tradizione. A guidarli in questo percorso, c’è il Maestro Lello Traisci, che ha insegnato ai beneficiari non solo l’uso del pentagramma e la lettura delle note in chiave di violino, ma ha anche impartito agli allievi qualche utile cenno sulle musiche autoctone, rapportate ai canti della cultura popolare. Al termine del progetto, pandemia permettendo, sarà organizzato un evento che costituirà il giusto epilogo di un progetto di integrazione e coesione culturale.
Lodevole iniziativa di Città Irene che offre a questi ragazzi la possibilità di ampliare il loro bagaglio culturale, financo nel campo musicale. A memoria d’uomo, la musica è vita per cui ben venga questa iniziativa che offrirà loro il modo di imparare le prime nozioni di questa nobile arte e di quale miglior Maestro hanno potuto beneficiare, se non del Maestro Traisci, ineguagliabile cultore delle ancestrali tradizioni, indefesso ricercatore di storie inedite, eccelso compositore di brani musicali che raccontano la storia del suo amato popolo e della sua amata terra, quindi veramente fortunati questi ragazzi che possono disporre di cotanto insegnante.