È inutile girarci intorno. Conquistare un periodo di commissariamento non è una vittoria, ma il sapore del capitombolo dell’amministrazione “Zannini”, pardon Branco – ai tanti – ha stuzzicato quel senso di orgasmo politico che a Capua non si vedeva da tempo. Questa amministrazione non si sarebbe schiodata dalle poltrone del consiglio comunale neppure a cannonate perché, effettivamente, non c’erano né i numeri né volontà concordanti che potessero preoccupare il governo cittadino. E il consigliere regionale Zannini una cosa buona, da politico navigato, una cosa buona nel frattempo l’aveva pure detta. “Non ha senso far cadere un’amministrazione mentre si attendono i fondi del recovery”. E invece? Cosa sarà mai successo per portare altri due consiglieri di maggioranza (Sperino e Prezioso) a dimettersi insieme agli ex colleghi di coalizione Di Agresti e Giugno, ai tre del centrodestra (Di Rienzo, Ragozzino e Vegliante) e ai due pentastellati (Caiazzo e Miccolupi)? È chiaro che a “pesare” sulla consistenza dell’amministrazione è stata l’ufficializzazione della Nocerino – prima consigliera di centrodestra, poi indipendente, ignota zanniniana e infine nota “moderata per Capua” – tra i banchi della maggioranza. Il cambio di casacca, almeno dalle più recenti note stampa e dichiarazioni fugaci raccolte per strada, non è stato per nulla gradito, soprattutto a causa della conclamata influenza mondragonese, qualche mese prima rinvigorita anche dalla presenza di un assessore delle città litoranea. Non ci permettiamo di giudicare. Forse questa amministrazione avrebbe potuto fare nel tempo cose importanti. Forse – come ha detto Zannini – non doveva essere questo il tempo per far capitolare un governo cittadino, ma sarebbe stato ancora più giusto – visto l’epilogo e l’andazzo radicato già al principio di consiliatura – farla cadere prima, già alla prima battuta di arresto. Oggi avremmo avuto un’altra amministrazione e non la prospettiva di un commissario, con tante incognite nel cassetto: il Puc, il ponte, il rischio idrogeologico e tutte quelle faccende su cui ci siamo soffermati in questi mesi. Parlare di trionfi o di vittorie, sarebbe scorretto. Alla fine, chi ha perso è solo la città.
E giunto il momento di enfatizzare, sulla pochezza politica che vige in Capua e non solo. Ora mi domando Poi?.,..