POLITICA

EDITORIALE. LA RICERCA DELLE “CIVICHE” E L’OPEROSITA’ DEI SUOI FIGURANTI

Mentre alcuni ex amministratori palesemente manifestano insistente incapacità a digerire il fallimento dell’ultima amministrazione, nel quale – tra maggioranza ed opposizione – un vincitore vero non si è palesato, la città si ritrova nella necessità di dover scegliere, fra qualche mese, i nuovi occupanti degli scranni comunali di piazza dei Giudici. L’esperienza negativa dell’ultima consiliatura non sembra aver orientato maggiori percentuali di gradimento verso l’una o l’altra sponda. Emerge, però, un dato di fatto inequivocabile. Lo sguardo è rivolto sempre più verso le civiche e sempre meno verso i partiti. La sfiducia verso le sigle partitiche nazionali è, del resto, un elemento tangibile un po’ ovunque e le “civiche” costituiscono un buon posto in cui potersi candidare e apparire come “i salvatori della Patria” a dispetto delle meno invitanti “vesti politiche”. Tuttavia, è doveroso pure sottolineare che la Politica è e resta sempre la politica. L’operosita’, per quanto encomiabile, dei nuclei volontaristici che esistono in campagna elettorale e poi si dissolvono prima che uno riesca a ricordarne il nome, lascia il tempo che trova. Un progetto non si realizza con intendimenti e azioni limitate. La città ha bisogno di fondi regionali, nazionali ed europei e per farlo Capua ha bisogno dei partiti. Si abbia il coraggio di investire nella politica e meno nelle chiacchiere “social”. Abbiano i capuani il coraggio di identificare i candidati per la loro estrazione ideologica e non per “la mano tesa” delle liste degli amici. I finanziamenti passano per i canali istituzionali e avere riferimenti in Parlamento e negli enti territoriali sovraordinati è importante. Pochi partiti ma buoni. L’accozzaglia di civiche non può essere la prospettiva. Sappiano i partiti investire, invece, nei giovani e nelle competenze. I “numeri” di quanti aspirano alla carica di consigliere non saranno mai la medicina al torpore che investe e assorbe da anni la città, ma la qualità dei suoi candidati. Sappiano i partiti allevare le future classi dirigenti.

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