Certe volte la ricchezza e la sovrabbondanza non ci consente di apprezzare appieno il mondo che ci circonda. Al contrario la rarità ne esalta il valore. Questo metro di valutazione vale per misurare pressoché tutte le cose sulle quali si posano i nostri occhi. In particolare alludo alle opere d’arte. Siamo davvero fortunati, in quanto sia la nostra città –Capua nuova – che quella vicina di Santa Maria Capua Vetere – Capua vecchia- sono piene di opere d’arte. Quando si nasce in un contesto ambientale così ricco di antichi cimeli si finisce col non notarli nemmeno. E’ quasi scontato il fenomeno che causa questa svalutazione valoriale: vedere anche le cose più belle fin dalla nascita provoca assuefazione per cui passandoci ripetutamente avanti non ci soffermiamo su di esse neanche per un attimo. Tutto sembra far parte del paesaggio, di un paesaggio familiare che, pertanto, non viene più attenzionato, siccome poco stimolante. Il forestiero o il turista che arriva per la prima volta nelle nostre città è attratto dalle numerose chiese e palazzi monumentali, mentre noi che ci viviamo neanche alziamo più lo sguardo per osservarli, sia pure distrattamente. Anche noi, quando ci troviamo in un diverso contesto, siamo più curiosi e notiamo dei particolari che, magari, sfuggono alla popolazione locale. E’ la curiosità, dunque, lo stimolo che ci spinge ad una maggiore osservazione. E per trarre nuovo impulso ed interesse verso quanto ci circonda nella quotidianità della nostra vita, dobbiamo sforzarci di guardare il tutto con una maggiore attenzione. Non possiamo essere superficiali; altrimenti rischiamo di tralasciare le numerose e preziose tracce e testimonianze che ci hanno lasciato i nostri antenati, non solo per riconsiderarle meglio ma anche per il doveroso rispetto che dobbiamo tenere verso la loro memoria. Sia a Capua che a Santa Maria C.V. ho notato opere d’arte in pessime condizioni: in entrambi i casi collocate nelle nicchie esterne di importanti siti monumentali. A Capua, sul lato della chiesa dell’Annunziata, che si affaccia sul corso Appio, sussistono quattro nicchie, in tre delle quali si intravedono appena delle immagini di santi. La percepibilità dei contorni delle figure rappresentate è in funzione della luminosità della giornata e dal punto di osservazione; ottimale quello fruibile dagli uffici dell’anagrafe del comune di Capua che prospettano di fronte alle nicchie in questione e quasi alla loro altezza. I santi dipinti si intravedono con difficoltà soltanto quando le condizioni di visibilità sono ideali e prestandovi molta attenzione. Vi, è, infine una quinta (semi)nicchia, proprio sull’ingresso laterale della chiesa, nella quale è riprodotto un Cristo benedicente in relativamente buone condizioni.
A Santa Maria Capua Vetere, su uno dei due lati interni dell’arco di Adriano (quello sul lato sx in direzione del centro della cittadina sammaritana), si possono notare, analogamente, ma in due nicchie, immagini sacre, pure queste in precarie condizioni. I santi riprodotti nelle nicchie della chiesa dell’Annunziata le ho fotografate con una fotocamera ordinaria, mentre quelle dell’arco di Adriano le ho fatto riprendere da un professionista con un’adeguata macchina fotografica. Come si può vedere dalle foto accluse al presente articolo, le immagini riprese da un professionista – quelle dell’Arco di Adriano – consentono di fare un apprezzamento più preciso delle figure dei santi, tanto da poterne individuare maggiori dettagli, condizione tecnica tale da poterne consentire, ove desiderato, un possibile futuro restauro.
Mi sono astenuto dal farlo con le immagini presenti nelle nicchie della Chiesa dell’Annunziata allo scopo di stuzzicare la curiosità di qualche concittadino, professionista o non, per indurlo a fare un analogo tentativo per poter estrapolare le immagini che la polvere del tempo, lo smog e gli agenti atmosferici hanno pressoché irrimediabilmente coperto o nascosto alla nostra visione: sembrano degli ectoplasmi, in attesa di materializzarsi in tutta la loro magnificenza a quanti vi passano innanzi, transitando per il corso principale di Capua. Un miracolo possibile, però, soltanto attraverso il loro recupero artistico. Ho consultato vari testi, ma non sono venuto a conoscenza degli autori dei santi riprodotti nelle nicchie indicate, eccetto per quello del Cristo benedicente, posto sull’ingresso laterale, per il quali si rileva il cognome sul lato in alto a sx, per chi guarda. Forse non sono opere di rilievo sul piano artistico, ma saranno certamente meritevoli di cura per la circostanza che retrodatano sicuramente ad alcuni secoli addietro e per essere collocate su importanti siti monumentali. Ho voluto proporre immagini sacre in via di definitiva dissolvenza e dissoluzione, sia per documentarne il precario stato attuale di conservazione che per stimolarne un possibile tentativo di restauro: nel frattempo conserviamo a futura memoria le immagini osservabili nell’anno del Signore 2022, come base di inizio di un eventuale recupero.