23 giugno 2024 ✶ XII Domenica TO (B)
Fede è abbandonarsi a Dio, anche quando lui “dorme”
Alcuni prodigi narrati nei vangeli lasciano perplessi: i magi vengono dal lontano Oriente (Mt c.2); le tentazioni di Gesù nel deserto (Mt c.4); un albero di fico viene maledetto perché non porta frutti (Mc 11,13); cinque o sei ettolitri di acqua sono mutati in vino (Gv 2,1); Gesù cammina sulle acque (Mc 14,23); Pietro paga la tassa con una moneta trovata nella bocca di un pesce (Mt 17,24); migliaia di porci muoiono annegati a Gerasa (Mc 5,11)… Si tratta di racconti che vanno non solo letti ma interpretati! L’episodio della tempesta sedata non va letto come un resoconto scientifico, perché sono evidenti subito alcune stranezze:
> Gesù dorme, mentre gli apostoli cercano da soli di lottare contro le onde; è inverosimile che Gesù dorma tranquillo su una piccola barca già carica di acqua; > poi, è sera, tutti sono stanchi, sarebbe ora di tornare a casa, a Cafarnao, e non si capisce cosa vanno a fare dall’altra parte del lago;
> e dopo che il vento è cessato e si è fatta grande bonaccia, gli apostoli, invece di rallegrarsi, “sono presi da grande timore”.
Qual è il messaggio? Dio interviene per fare ritornare la vita. La scena dei vv 37-38 richiama da vicino l’episodio di Giona: durante la tempesta anche Giona dorme tranquillo (Gio 1,5). Qui è Gesù che dorme a poppa, al posto del timoniere. Viene la voglia di gridare: “Svegliati, Signore, perché dormi?” (Sal 44,24). Ma Dio lascia fare, poi, quando il male sembra avere detto l’ultima parola, egli scopre le carte: il vincitore è lui! I miracoli, che tanto entusiasmavano i nostri padri, oggi ci mettono a disagio; il credente di oggi non crede ‘grazie’ ai miracoli, ma ‘nonostante’ i miracoli. Dove avanza la scienza, sembra ritirarsi il miracolo. Ad alcuni spiace vedere che il progresso esclude Dio a vantaggio della medicina (chi domanda ancora una benedizione contro il mal di denti?), o della meteorologia (chi prega ancora per la pioggia?), o dell’agronomia (chi crede ancora che un buon raccolto è segno della benedizione di Dio?). Una lettura attenta del vangelo mostra che Gesù non ama i miracoli, e in questo brano rimprovera agli apostoli la loro mancanza di fede. Li rimprovera proprio quando gli apostoli lo pregano! Il loro errore è stato quello di ricordarsi di Gesù solo nel pericolo, non hanno capito che Gesù ci può salvare anche dormendo! I racconti del vangelo non vanno letti come se fossero storici nel senso rigoroso. Il vangelo ci vuole insegnare non come vanno i cieli, ma come si va in cielo! Gli evangelisti hanno usato con libertà il materiale di cui disponevano. A quel tempo, ogni personaggio straordinario doveva fare miracoli. La nostra mentalità, del resto, non è molto diversa: anche noi diciamo che quel medico ci ha salvato la vita, ha fatto un autentico miracolo! I discepoli di Gesù hanno manifestato la loro ammirazione per lui, secondo la mentalità del tempo: vedendo dappertutto dei miracoli.
Il vero male: avere paura di Dio!
Gesù associa la paura alla mancanza di fede. Per Gesù la mancanza di fede non consiste nell’errore o nell’immoralità, ma nel lasciarsi prendere dalla paura, fino al punto di pensare che, sebbene siamo sulla barca con Gesù, possiamo finire in un grave pericolo. Come siano andate veramente le cose, noi non lo sapremo mai! La risposta più probabile la possiamo trovare nella nostra esperienza: abbiamo mai provocato tempeste? Soprattutto, abbiamo mai placato litigi, rincuorato gli sfiduciati, trovato le soluzioni giuste? I miracoli non sono una violazione delle leggi di natura, ma i segni di un’energia profonda, che siamo anche noi chiamati a sprigionare, sull’esempio di Gesù: mentre tutti gli apostoli erano terrorizzati, e si ritenevano perduti, egli si è alzato, ha preso il comando, ha salvato l’equipaggio. Anche gli Atti degli apostoli raccontano di un’altra tempesta durata quindici giorni, durante la quale un uomo, Paolo, si è alzato in mezzo al terrore di tutti, ha dato indicazioni giuste, ha salvato i passeggeri (At 27,21). Dio si mostra attraverso l’uomo! Il più bel miracolo di Dio è l’uomo vivente!
Più Provvidenza e meno previdenza!
Credere in Gesù significa “camminare sulle acque”, cioè non fare affidamento sugli accorgimenti umani, sulle sottili astuzie della ragione teologica o diplomatica. Meno concordati e più concordia! Nella storia, l’uomo si è spesso distinto per la paura: “Deos timor fecit”, già sosteneva il fondatore dell’atomismo Democrito, perciò la nostra vita di credenti è spesso segnata dalla ricerca di garanzia. Personalmente sono convinto che noi, più che la ‘verità’, cerchiamo la ‘sicurezza’. Perciò è sempre attuale il rimprovero di Gesù: “Perché siete così paurosi?”.
Buona vita!