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CURIOSITÀ: CAPUA E IL MONUMENTALE “GELSO DELLA CARTA” DEL SACRARIO DI CARLO SANTAGATA

A Capua, lungo la via Appia, nel tratto denominato via Cappuccini, il 5 ottobre 1943, venne trucidato dai soldati tedeschi in ritirata un giovanissimo capuano: Carlo Santagata. Sul posto, l’Amministrazione comunale di Capua, in data 25.04. 1972, pose una targa di marmo recante la dicitura : ”A quest’albero fu impiccato Carlo Santagata, medaglia d’oro della resistenza, giovane sedicenne pur reso edotto del pericolo cui andava incontro s’impegnava da solo in azioni di guerriglia contro il nemico ripiegante tra S. Maria C.V. e Capua. Catturato dal nemico, seviziato ed impiccato immolava la sua giovane esistenza con serenità e virile coraggio, luminoso esempio del tradizionale eroismo della gioventù italiana. S. Maria C.V. –Capua 5 ottobre 1943”. I capuani conoscono da sempre il luogo del sacrario, anche perché agevolmente riconoscibile dalla longeva presenza di un albero gigantesco, di contorta conformazione, di difficile identificazione per chi è a digiuno di botanica. Orbene il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e la Regione Campania hanno voluto dare un nome all’albero a cui fu impiccato il giovane patriota capuano, anche perché trattasi di un “albero monumentale” tutelato ai sensi dell’art. 7 della legge14 gennaio 2013, n.10, appartenente ad una varietà abbastanza rara nella nostra area geografica. Sulla targa apposta sul recinto del sacrario è riportato che l’albero è denominato “Gelso della carta”(Broussonetia papyrifera) ed è “originario dell’Asia orientale, dalla Cina alla Birmania e fu introdotto in Europa alla metà del XVIII secolo, come pianta ornamentale. Per la ricchezza di polloni, il rapido attecchimento e la sua rusticità viene usata per stabilizzare terreni mobili e franosi. In Oriente la corteccia macerata veniva utilizzata nella produzione della carta Tengujo. E’ stata importata in Europa prima come pianta ornamentale e poi come alimentazione per il baco da seta in alternativa al gelso”. L’albero produce un frutto simile a quello del gelso, anche se non è commestibile. L’età dell’albero è stata stimata 150-200 anni, con circonferenza di 420 cm ed altezza di 8 metri. La targa apposta recita, altresì, che “per le caratteristiche che lo contraddistinguono l’albero gode di un particolare regime di tutela, che ne vieta l’abbattimento o il danneggiamento”. In caso di trasgressione è comminata la sanzione amministrativa di una somma da euro 5.000 a euro 100.000. L’inserimento del “Gelso della carta” tra gli Alberi Monumentali d’Italia concorrerà a rinsaldare ed esaltare vieppiù la memoria del giovane Carlo Santagata, vittima della furia nazista, anche in vista della celebrazione della Festa della Liberazione del prossimo 25 aprile, per la cui ricorrenza il Comune di Capua ha già provveduto alla manutenzione straordinaria dell’area del sacrario, anche con la piantumazione di piante ornamentali e da fiore.

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