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Editoriale. Il Tar sospende l’ordinanza di De Luca, che fra qualche giorno sarà martire elevato a incompreso “salvatore della Patria”

La giustizia amministrativa, interpellata sull’ordinanza di sospensione delle attività didattiche disposta – qualche giorno fa – dal governatore campano Vincenzo De Luca, non poteva discostarsi dal disposto normativo e dalle scelte della legislazione primaria in considerazione del fatto che, in presenza di palesi violazioni, non poteva esprimersi con una pronuncia diversa rispetto a quella adottata. Che piaccia o meno, il provvedimento del Tar di Napoli – che di fatto ha bocciato l’iniziativa del presidente della Giunta regionale – è legittimo. Un legittimità, questa, che si fonda sul diritto. Ma il buon senso? Di certo, non si può chiedere ai giudici del tribunale amministrativo campano di decidere al di là dei confini delle norme e delle leggi, ma il pensiero che – fra qualche giorno – potremo assistere (speriamo di no) ad una forte impennata dei contagi sovviene alla mente. E fa paura. Quindi, ci chiediamo cosa accadrà tra alcune settimane quando i colori delle regioni italiane muteranno e il Governo si troverà nuovamente a chiudere le scuole e a ripristinare la didattica a distanza. In fondo, forse chi ha sbagliato è proprio il Governo, non De Luca che ha agito secondo il buon senso. Rimandare l’apertura delle scuole di un paio di settimane avrebbe consentito di smaltire i contagi accumulati durante le feste natalizie e, nel mentre, avrebbe permesso ad una considerevole fetta della popolazione giovanile, compresi anche i bambini, di vaccinarsi. La conseguenza? Quando si raggiungerà il picco e molte scuole chiuderanno, il governatore De Luca non potrà così non ammettere che, secondo la giustizia aveva certamente torto, ma che secondo il buon senso in fondo aveva proprio ragione.

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