Dai campetti di San Prisco alla Champions League. Sembra la trama di un film ma invece è la carriera di Gianluca Grava, roccioso difensore che ha scalato le categorie e si è fatto amare dai tifosi del Napoli.Nato da una famiglia originaria di Treviso, Grava nasce a Caserta nel 1977 e cresce a S.Prisco. A 16 anni fa il suo esordio nella Casertana nel campionato dilettanti. Successivamente viene notato dalla Turris che lo tessera e, un anno più tardi, viene ceduto alla Ternana.Con gli umbri scende in campo 143 volte collezionando anche un gol contro il Genoa.La sua esperienza calcistica lo porta poi al Catanzaro dove viene ceduto in prestito.Nella stagione 2004/05 viene acquistato dal Napoli in Serie C1 e con il club azzurro vince la classifica del proprio girone un anno dopo, ottenendo la promozione in Serie B. Nella serie cadetta con la casacca del Napoli, diventa un titolare fisso con 38 presenze e un gol realizzato proprio contro il Treviso.Con il Napoli tornato finalmente in Serie A, Gianluca inizia a perdere man mano il posto da titolare, complice un rapporto poco felice con il mister Edy Reja che lo impiega pochissimo, almeno fino al suo esonero. Con l’arrivo di Donadoni prima e di Mazzarri dopo, il difensore diventa sempre di più un perno della difesa partenopea, facendosi attribuire dalla tifoseria l’affettuoso soprannome “Gravatar”. Il 7 Dicembre del 2011, esordisce in Champions League nei minuti finali nella gara fra Napoli e Villareal, poi vinta dagli azzurri, in quella che sarà un mix di emozioni per quel ragazzo cresciuto sui campi da calcio sanprischesi.Nella stagione 2011/12 vince con la maglia del Napoli il suo primo ed unico trofeo: la Coppa Italia in finale contro la Juventus.Si ritira dal calcio giocato nel 2013. Attualmente è responsabile del settore giovanile della SSC Napoli.Gianluca Grava è uno di quei difensori vecchio stampo, non belli da vedere ma estremamente efficaci nel loro ruolo. Il sudore e l’impegno mostrati per la maglia del Napoli lo hanno reso un’icona per i tifosi e tutta Napoli che ancora lo ricorda con estremo affetto, quel ragazzo di San Prisco che ha scalato tutte le categorie fino alla Champions League.